“I giovani possono dominare la rete se riescono a costruire dentro di loro qualcosa che la nostra scuola non è più capace di costruire da tanti anni, cioè chiedersi perché una cosa è così, analizzare e magari trovare una serie di intoppi logici per poter avere la capacità di dire, no, una cosa non funziona così”.
Così il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Angelo Marcello Cardani a margine del convegno “Connessione, innovazione, inclusione sociale”, che si è svolto a Napoli nella sede dell’Università Parthenope.
Nell’epoca dei social network, ha spiegato Cardani, “bisogna lavorare moltissimo sulle competenze. L’informazione che i singoli cittadini estraggono dalla rete ha una serie di peculiarità a cui non siamo ancora abituati. A parte gli ovvi ed evidenti valori positivi che arrivano attraverso la rete, ci vuole anche la capacità di separare il grano dall’olio, la facoltà critica che permette di isolare tutto ciò che arriva ma non è sostanzialmente affidabile. Parliamo di fake news, hate speech, ci vuole una certa facoltà critica che è una dote intellettuale che tutti noi abbiamo, per le realtà a cui siamo abituati sin da piccoli, quando invece c’è una novità le facoltà critiche emergono dopo una lunga frequentazione”.
“La rete è identica al mondo reale, l’unica differenza è che tutto è veloce, spinto all’estremo, la cattura dell’opinione personale è molto più potente e raramente concede una via d’uscita, quindi la rete non presenta problemi nuovi ma lo fa con una potenza tale da rendere l’errore drammatico”.
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