Attualità

Agcom: troppi studenti non hanno usufruito della dad

“Il 12,7% degli studenti italiani non ha usufruito della didattica a distanza, dati inaccettabili per una democrazia evoluta”: lo  scrive Agcom in base a un sondaggio sugli effetti della pandemia da coronavirus.

I numeri della débâcle

E sulla Relazione annuale 2020, si scopre pire che 25 ragazzi su 100 hanno avuto problemi nelle velocità di connessione, 19 su 100 hanno segnalato che non tutta la classe ha partecipato alle lezioni a distanza, quasi 10 su 100 hanno lamentato la mancanza di dispositivi idonei.

Un disastro e ancora di più disastroso da un punto di vista etico se si considera che una società è tanto più civile quanto più guarda e cura soprattutto le minoranze.

E il 13% circa è una minoranza di studenti, se si guarda ai gradi numeri, ma è una enormità sul piano morale, perché tutti costoro saranno costretti a rimane indietro, con scarse possibilità di raggiungere i colleghi o comunque appaiarli.

Condizioni socioeconomiche

E infatti, secondo l’Autorità, tra gli aspetti più critici che hanno condizionato questi ragazzi ci sono le condizioni socio-economiche e la presenza di dotazioni tecnologiche inadeguate che hanno inciso in modo significativo sulla loro crescita educativa in un momento in cui l’e-learning è diventato il solo e unico strumento di approfondimento culturale ed educativo.

Ma sempre sulla base delle ricerche Agcom, anche le scuole sono in grosse difficoltà perché non tutte vengono raggiunte dai cavi in fibra per le connessioni ad alta velocità, con particolare riferimento alla regioni del Sud perennemente indietro e perennemente in difficoltà.

Covid catalizzatore di diseguaglianze

Secondo il rapporto Agcom, il periodo dell’emergenza coronavirus è stato uno stress test per il sistema digitale e delle comunicazioni che “nel complesso hanno dato prova di saper reagire alla situazione eccezionale”, ma anche un formidabile catalizzatore di deficit e disuguaglianze già esistenti che rischiano di “esacerbarsi nel prossimo futuro”, dalla crisi dei media al digital divide che ha fortemente condizionato anche la scuola e la didattica a distanza.

E l’Autorità scrive nella sua relazione: “Se da una parte la lentezza delle connessioni di casa si rivela l’aspetto maggiormente indicato dagli studenti e familiari intervistati (25%) non sono di poco conto le altre problematiche che sono emerse in questa nuova fase. Non solo affiorano diversità tra differenti contesti scolastici, ma anche all’interno di una singola classe, come desumibile dal 19% di studenti che ha evidenziato come non tutti i compagni abbiano potuto partecipare all’educazione a distanza.
La difficoltà nell’uso dei software necessari per l’educazione a distanza e la necessità di condividere gli spazi con gli altri componenti della famiglia rappresentano un fattore di criticità per il 14% degli studenti italiani. Infine, il deficit nella disponibilità di apparecchi e la carenza dell’offerta formativa da parte delle scuole, entrambi con circa il 10%, rappresentano due ulteriori fattori in grado di generare un sistema scolastico fortemente eterogeneo – conclude l’Agcom – che rischia di alimentare le diseguaglianze sin dai primi anni di vita di un individuo”.

Corsi di recupero estivi subito

Da qui anche i suggerimenti per il Governo, che in vero non ne dovrebbe avere bisogno, visto che ha in mano tutti gli strumenti per elaborare i dati e porre in essere strumenti per colmare le distanze accumulate in questi mesi di isolamento forzato.

Uno fra i tanti, segnala che occorrerebbero corsi di recupero estivi organizzati dalle scuole “per recuperare questo gap vergognoso.”
“Se il 20% degli studenti ha potuto frequentare i corsi soltanto in maniera saltuaria, senza poter svolgere regolarmente le lezioni relative all’anno scolastico in corso, è evidente che questo deficit va colmato prima di settembre e prima che la scuola riparta”.

Cala il valore complessivo delle comunicazioni

L’Autorità prevede infine che il valore complessivo del sistema delle comunicazioni «alla fine del 2020 potrebbe scendere al di sotto dei 50 miliardi di euro, con una perdita rispetto al 2019 dai 3 ai 5 miliardi, corrispondente a una variazione compresa tra il -6% e il -10 per cento. Guardando, dunque, a quello che avrebbe potuto essere l’andamento complessivo del sistema delle comunicazioni nel 2020 in assenza dell’evento congiunturale, l’effetto negativo prodotto dall’epidemia è stimabile tra i 4 e i 6 miliardi».

Pasquale Almirante

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