“Le norme ci sono e chiare. Basterebbe citare le ultime due riforme della scuola: l’Istruzione Riparte di Letta-Carrozza e la Buona Scuola di Renzi-Giannini che stabiliscono criteri per gli appalti del servizio mense scolastiche che tengano conto di prodotti bio, a Km zero e della dieta mediterranea.
Purtroppo, però, le cronache ci raccontano anche episodi che mettono in serio pericolo gli standard minimi di sicurezza alimentare e igienica della ristorazione scolastica: l’ultimo gravissimo episodio di frode viene dopo almeno altri 10 casi negli ultimi due anni. E’ la punta di un iceberg che ogni volta si abbatte contro i nostri figli, che come genitori affidiamo alle scuole pensando siano luoghi sicuri, soprattutto le mense. Parliamo del 50% di bambini under 14 che alla fine delle media avrà consumato a scuola circa 2.000 pasti. E parliamo di un giro di affari di circa 1,3 miliardi l’anno, che si spartiscono per la metà degli 2 milioni di pasti giornalieri solo 15 aziende”. Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), commenta la frode nelle mense scolastica che in Campania ha portato a 17 misure cautelari nei confronti di imprenditori e amministratori pubblici.
“Chiediamo mense più partecipate, soprattutto dalle famiglie che possono sia direttamente sia attraverso la commissione mensa partecipare al controllo del servizio – sottolinea Azzolini -. Abbiamo all’Age associazioni locali di genitori che gestiscono le mense della scuole, ad esempio, in Piemonte. Sono le commissioni mense che devono controllare, tra l’altro, i contratti di appalto e di fornitura, la stagionalità dei prodotti, il rispetto dei menu dal punto di vista nutrizionale. Ma le commissioni non sono attive dappertutto: chiediamo che siano attivate, funzionanti e disciplinate da un regolamento comunale. E’ inoltre importante confrontarsi anche con il Comune perché le gare di appalto del servizio mensa siano trasparenti e partecipate. In questo senso si potrebbe ampliare il ruolo delle commissioni mensa nella definizione dei criteri da inserire nei capitolati. Infine, la trasparenza delle gare d’appalto è irrinunciabile così come il controllo dei Comuni. Ricordiamo agli amministratori locali che il servizio mensa delle scuole dà la misura della qualità delle politiche educative del Comune nei confronti dei suoi cittadini più piccoli e delle loro famiglie”.
“Infine – conclude Azzolini-, non possiamo non ricordare i dati allarmanti dell’ultimo Rapporto di Cittadianzattiva sulla sicurezza a scuola, in cui si denuncia una situazione riscontrata quotidianamente anche dai nostri genitori sul territorio: scuole che non hanno locali mensa e che fanno consumare i pasti ai ragazzi in aula e nell’atrio dell’istituto (23% del campione del Rapporto), manutenzione deficitaria delle mense con segni di fatiscenza e distacchi di intonaco (12%), ma anche con barriere architettoniche (6%), privi di impianto elettrico (31%) e anti incendio (23%) a norma. Non meno trascurabile, anche dal punto di vista educativo, quel 14% di cibo che sarebbe sprecato”.
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