Oggi, 27 maggio, Milano, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha illustrato il progetto Agenda Nord, annunciato ad aprile, insieme al presidente Invalsi Roberto Ricci, che ha presentato la ricerca su cui si basa l’iniziativa. Ecco le parole del numero uno di Viale Trastevere.
“Noi partiamo dal presupposto che la scuola costituzionale è quella che mette al centro la persona, noi dobbiamo sviluppare una politica scolastica che metta tutti i giovani nelle condizioni di avere pari opportunità formative. La scuola, come entità costituzionale, si pone l’obiettivo di centrare la sua attenzione sulla persona, mirando allo sviluppo di politiche educative che garantiscano a tutti i giovani le stesse opportunità formative. Tra le varie iniziative messe in campo, emerge l’importanza di ‘Agenda Sud’ un progetto che ha beneficiato di significativi investimenti e che ha già cominciato a mostrare risultati positivi. L’obiettivo è di ridurre le disparità formative e lavorative tra giovani che vivono in differenti aree del paese, sottolineando l’immoralità di una nazione divisa in due per quanto riguarda l’accesso all’istruzione”.
“È stato lanciato un importante progetto per il potenziamento dell’insegnamento dell’italiano per gli alunni stranieri di prima generazione, a dimostrazione di un approccio fortemente inclusivo. L’analisi dei dati relativi alla dispersione scolastica ha evidenziato criticità soprattutto nelle scuole di periferia, non soltanto nelle aree meridionali ma anche in quelle settentrionali, con aree di Milano che presentano tassi di dispersione comparabili o superiori a regioni come la Sardegna e la Campania”.
“La necessità di intervenire sul sistema scolastico italiano è stata evidenziata dalle ricerche che hanno mostrato un declino degli esiti formativi delle scuole primarie. Di fronte a ciò, è stato deciso di destinare risorse significative, fino a oltre 80.000 euro per scuole con particolari difficoltà formative, e di concentrarsi su 245 scuole elementari selezionate in base a specifici criteri. Il piano di riforma prevede l’introduzione di nuove pratiche didattiche, con un forte investimento nella didattica laboratoriale e innovativa. Si mira a creare un ambiente scolastico aperto e legato al territorio, incoraggiando la realizzazione di attività extracurriculari e offrendo retribuzioni aggiuntive ai docenti impegnati in attività di potenziamento”.
Se noi vogliamo offrire a tutti i ragazzi italiani indipendentemente dalla loro origine, dalla loro collocazione geografica e dal loro ceto sociale le stesse opportunità formative è chiaro che dobbiamo intervenire anche su quelle scuole che hanno esiti formativi preoccupanti e allora abbiamo deciso di individuare queste 245 scuole su cui investiamo oltre 34 milioni di euro e poi abbiamo deciso di individuare 20 reti di scuole dove investiamo altri 20 milioni di euro investiamo anche delle risorse specifiche come abbiamo fatto con Agenda Sud per coinvolgere i genitori per fare delle azioni di recupero di stimolo sociale psicologico nei confronti delle famiglie”.
“In alcune aree di Milano la dispersione scolastica è pari alla media della dispersione scolastica in Sardegna, è addirittura superiore alla media della dispersione scolastica in Campania: il nostro territorio il l’Italia èa macchia di leopardo perché ci sono addirittura in aree di città particolarmente come dire avanzate come Milano ci sono delle aree di dispersione che presentano criticità”.
“Vengono messe in atto strategie per coinvolgere i genitori nell’educazione dei figli, anche tramite il supporto psicologico e sociale. L’obiettivo è estendere il tempo pieno, arricchire l’offerta formativa con attività sportive, teatrali e artistiche, e migliorare le infrastrutture destinate allo sport. Si cerca di potenziare le opportunità educative facendo leva sulle potenzialità economiche e culturali delle diverse aree geografiche, promuovendo la sinergia tra scuole, università, ITS e imprese. Le strategie adottate mirano non solo a colmare il divario formativo esistente tra diversi settori della società italiana ma anche a fornire una risposta concreta alle esigenze di famiglie e studenti, specialmente in termini di inclusione e accesso alle risorse educative. La visione è quella di un sistema scolastico che vada al di là della semplice erogazione di contenuti, per diventare un vero e proprio laboratorio di crescita personale e collettiva, capace di rispecchiare e rispondere in maniera efficace alla complessità e alla diversità del tessuto sociale italiano”.
Ecco le parole di Ricci: “Ci preoccupa la dispersione scolastica implicita. Il problema è concentrato al Sud, ma la domanda è: all’interno dei territori che in generale non presentano particolari problemi come la Lombardia non è che poi ci siano delle situazioni di fragilità che sfuggono?”.
“La dispersione scolastica implicità in Italia è l’8,7%. La Lombardia è la regione in cui il problema è meno rilevante. Nelle metropoli però le cose cambiano, a Milano si arriva al 7%, a Torino al 10%. Grazie a dati Istat abbiamo identificato meglio il concetto di periferia”.
“Ci sono contesti che apparentemente hanno valori non preoccupanti, ma nelle periferie le cose cambiano. Con l’Agenda Nord andiamo più nel dettaglio, oltre i valori medi. L’idea è quella di trovare dimensioni ancora più granulari. Anche la preparazione scolastica delle zone di periferia è diversa, c’è un background diverso. Si tratta di un primo passo. L’obiettivo della ricerca è essere ancora più granulari. I dati hanno valore predittivi per contenere situazioni di disagio. La ricerca, dopo Milano e Torino, andrà avanti in altre città del Nord e poi riguarderà Roma”.
“Dopo i buoni risultati dell’Agenda Sud, questa nuova misura sarà attuata per contrastare la dispersione scolastica presente soprattutto nelle periferie delle grandi città. Verranno investiti complessivamente 220 milioni per circa 3.000 scuole delle regioni del Settentrione e del Centro Italia. Questa attenzione su tutto il territorio nazionale ben evidenzia l’obiettivo del Governo che è quello di non lasciare indietro nessuno e di fare in modo che siano sempre di meno i ragazzi che abbandonano gli studi”, questo quanto dichiara Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione ed al Merito.
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