Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), riferendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione sanitaria nella Striscia di Gaza, ha dato una notizia agghiacciante: ”In media, a Gaza viene ucciso un bambino ogni dieci minuti. Sostenere gli operatori sanitari di Gaza è al centro del piano di risposta operativa dell’Oms” che ha partecipato al ”primo convoglio di aiuti entrato a Gaza attraverso il valico di Rafah il 21 ottobre”.
Da quella data, ha aggiunto, ”abbiamo consegnato 63 tonnellate di attrezzature mediche specialistiche e forniture di cui gli operatori sanitari hanno bisogno per salvare vite umane, anche per gli ospedali a nord di Gaza. Ma questo non basta nemmeno ad affrontare la portata del bisogno. E’ troppo poco”.
”Prima del 7 ottobre, una media di 500 camion al giorno entravano a Gaza con rifornimenti essenziali. Dal 21 ottobre, invece dei 10.000 camion previsti, ne sono entrati solo 650. ‘Quello che chiediamo, oggi, è che venga messo in atto un cessate il fuoco a Gaza”.
Intanto a Gaza 20 dei 36 ospedali non sono più operativi a causa dei pesanti bombardamenti, della distruzione e della mancanza di forniture mediche. Anche le strutture ancora in funzione sono attive solo in caso di emergenza, perché molte non dispongono di disinfettanti, anestetici o elettricità sufficienti per fornire un’assistenza regolare ai pazienti, che alcuni ospedali ancora operativi hanno un numero di pazienti doppio rispetto ai posti letto.