Gli studenti britannici rischiano di perdere l’accesso al programma Erasmus+, dopo che l’UE e il Regno Unito non sono riusciti a raggiungere un accordo per la partecipazione del paese dopo la crisi economica. Michel Barnier, il capo negoziatore Brexit dell’UE, ha detto all’inizio della settimana ai membri del Parlamento europeo che le due parti non sono riuscite a concordare la continuazione della partecipazione al programma da parte della Gran Bretagna.
Barnier, inoltre, come afferma il giornale Politico, ha informato gli eurodeputati sullo stato dei colloqui, dopo che il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro britannico Boris Johnson hanno concordato domenica, in una telefonata, che i negoziatori dovrebbero fare il possibile per cercare di raggiungere un futuro accordo sulle relazioni nei prossimi giorni. I vicerettori delle università britanniche già a marzo avevano avvertito che perdere l’accesso al programma di scambio di istruzione superiore dell’Ue avrebbe creato un buco nell’economia del Regno Unito. Universities UK, il gruppo che rappresenta i leader universitari britannici, calcola che l’adesione all’Erasmus+ aumenta l’economia britannica di 243 milioni di sterline all’anno, dopo aver sottratto i costi di adesione ai 420 milioni di sterline generati dagli studenti dell’UE che visitano il Regno Unito nell’ambito del programma. Più di 17.000 studenti britannici all’anno beneficiano attualmente del programma.
Dovremo aspettare e vedere finché questo non sarà ufficialmente confermato, ma se fossimo fuori dall’Erasmus me ne rammaricherei profondamente, ha detto Vivienne Stern, direttrice del braccio internazionale di Universities UK.
Il programma Erasmus+ ha portato e continua a portare significativi benefici al Regno Unito e dobbiamo assicurarci che gli aspetti positivi del programma non vadano persi mentre passiamo alla fase successiva”, ha dichiarato a BBC News lo scorso autunno Jane Racz, la direttrice del Programma nel Regno Unito, dal 2014, quasi 900 milioni di sterline di finanziamenti sono stati distribuiti ai progetti Erasmus+ del Regno Unito, con oltre 930.000 partecipanti.
Mentre si avvicina la scadenza definitiva per l’entrata in vigore dell’accordo, al fine di fare chiarezza sulle tante questioni aperte sul tema, la Commissione Europea pubblica costantemente nuovi aggiornamenti dedicati all’impatto della Brexit sul programma Erasmus+, che intendono rispondere a domande e dubbi sulle mobilità da e verso il Regno Unito. È di questa settimana la dichiarazione secondo la quale sarà possibile effettuare i viaggi previsti per quei progetti finanziati nell’ambito della call 2020 e per tutta la loro durata. Va ricordato che sulla base dell’art. 138 dell’Accordo di Recesso entrato in vigore il 1° febbraio 2020 il paese britannico e le entità giuridiche con sede nel Regno Unito, saranno pienamente eleggibili a partecipare e ricevere finanziamenti nell’ambito degli attuali programmi della UE afferenti alla programmazione 2014-2020, compreso Erasmus+ ed il Corpo Europeo di Solidarietà, come se il Regno Unito fosse uno stato membro, fino al completamento di tali programmi, così come si legge nelle dichiarazioni della Commissione Europea.
Questo significa in termini operativi che se un progetto Erasmus plus, che prevedeva una durata di 24 o 36 mesi, e questo arco di tempo si concluderà anche dopo il 31 dicembre 2020, la mobilità saranno eleggibili e consentite. Questo vale anche per i beneficiari del Regno Unito, che potranno ricevere sovvenzioni concesse nell’ambito di un progetto di mobilità, anche dopo il 2020 appunto, fino alla conclusione del ciclo di vita del progetto che era stato finanziato nella Call 2014 – 2020.
I beneficiari del Regno Unito possono continuare a usufruire delle sovvenzioni concesse nell’ambito dell’attuale QFP fino alla loro scadenza, anche dopo il 2020. Di conseguenza, fino alla conclusione dei progetti o fino all’esaurimento dei fondi, gli studenti e gli altri partecipanti del Regno Unito possono proseguire la mobilità con altri paesi del programma Erasmus+, vale a dire gli Stati membri dell’UE, più il Liechtenstein, la Norvegia, l’Islanda, la Turchia, la Macedonia del Nord e la Serbia.
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