Il testo dice “aggiornamento professionale”: ma è veramente così? Si può parlare di aggiornamento professionale? O piuttosto non è meglio scrivere “aggiornamento culturale personale”.
L’aggiornamento professionale infatti è un’altra cosa e attiene non al livello culturale della persona, ma al suo modo di svolgere una professione (in questo caso il Docente), che non si impara o rinforza leggendo libri o frequentando attività o “eventi” culturali, se non in minima parte.
Troviamo specificata questa differenza su talune riviste specializzate e non possiamo che condividerla e infatti con l’aggiornamento personale ci si migliora come persone (forse) e si incrementano i consumi culturali del Paese, ma non si incide minimamente sulla qualità e l’efficienza né del sistema scolastico nel suo insieme né, tanto meno, della singola istituzione scolastica in cui si opera.
Per il cosiddetto aggiornamento dei docenti sono stati messi a disposizione di ciascun prof 500 euro per l’acquisto di materiale utile alla sua professione e molti dubbi permangono sul loro effettivo utilizzo. Ma quanti sono i docenti che da sempre hanno comprato, per la propria promozione culturale, libri, giornali e altri strumenti didattici? Ma giustamente questo non è aggiornamento professione che prevede ben altro, insieme al confronto e alla scambio di esperienza fra docenti e operatori di un settore professionale.
La regola generale, comune a tutte le professioni, si basa sull’assegnazione di crediti formativi mentre il periodo di riferimento per la formazione è un triennio, durante il quale per molte categorie di professionisti vi è l’obbligo di accumulare dei crediti. Solitamente sono tante le attività accreditate che possono valere per accumulare crediti: convegni, seminari, tavole rotonde, corsi, etc.. Ma le possibilità di ottenere i crediti non si esauriscono con la partecipazione a questi eventi. Tutti i regolamenti prevedono il riconoscimento dei Crediti Formativi anche per la partecipazione in qualità di relatori ad eventi formativi, ad attività di formazione in corsi universitari e post-universitari o a progetti di ricerca gestiti da un istituto universitario o di ricerca riconosciuto.
Generalmente viene accettata anche l’attività pubblicistica: articoli e saggi su riviste specializzate o pubblicazioni quali libri e monografie. Anche ai Master universitari vengono riconosciuti automaticamente dei crediti, naturalmente la materia deve essere inerente alla professione. La scelta di corsi ed eventi è libera, ma molte professioni riservano alcuni crediti a materie come la deontologia, la previdenza e l’ordinamento professionale.