Sempre più è stato posto l’accento sulla scuola come luogo privilegiato per l’individuazione dei bisogni di formazione, come “comunità di apprendimento”, ma questo orientamento rischia di porre in subordine le esigenze individuali rispetto a quelle comuni e condivise. E’ invece necessario salvaguardare la dimensione individuale della professionalità e il diritto al riconoscimento dei percorsi di crescita culturale e professionale dei singoli contro il rischio del conformismo che può dominare all’interno degli istituti scolastici. A tal proposito si riporta il contenuto della Direttiva 210 del 99 art.3
Art. 3 – Le scuole quali laboratori di sviluppo professionale
Le scuole e gli istituti educativi dovranno diventare, per il personale, laboratori di sviluppo professionale, adottando opportune soluzioni organizzative e funzionali secondo criteri d’efficacia e sulla base delle esperienze già maturate (referenti e commissione per l’aggiornamento, personale impegnato in progetti, ecc) e nella prospettiva delle nuove possibilità (funzioni-obiettivo, laboratori territoriali e altro).
Nelle strategie che le scuole adottano con riferimento prioritario al Piano dell’offerta formativa, possono rientrare, a titolo d’esempio e con gli accorgimenti indispensabili nella fase di transizione verso l’autonomia:
a) l’organizzazione di corsi di formazione, normalmente in rete con altre scuole e l’attivazione di laboratori territoriali finalizzati;
b) l’adesione, attraverso accordi e convenzioni, a consorzi pubblici e privati finalizzati al sostegno professionale del personale della scuola;
c) la partecipazione di docenti a corsi offerti dall’università (corsi di perfezionamento, di formazione e di aggiornamento), dagli IRRSAE o da altri soggetti qualificati, con spese a carico delle scuole stesse;
d) il potenziamento di processi di autoformazione, individuale o di gruppo, anche con prodotti multimediali di autoapprendimento e con l’avvio di progetti di ricerca-azione;
e) l’adesione a progetti di formazione, locali, regionali, nazionali o europei, riconosciuti dall’amministrazione scolastica;
f) la collaborazione di insegnanti a ricerche metodologiche e didattiche promosse dall’università e rivolte ad accrescere l’efficacia dell’azione formativa;
g) l’inserimento di interventi formativi nell’ambito di progetti di miglioramento;
h) la valorizzazione in senso formativo del lavoro degli insegnanti, soprattutto dei momenti collegiali e il sostegno alle domande individuali degli insegnanti secondo progetti personalizzati di sviluppo professionale;
i) l’acquisto di servizi di consulenza e di assistenza offerti da esperti o da team esterni alla scuola, anche con apposite convenzioni con istituzioni, enti, associazioni e agenzie accreditate.
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