Le indiscrezioni su un possibile rinvio di un anno, quindi nel 2023, dell’aggiornamento delle GPS sono sempre più insistenti e stanno creando una notevole preoccupazione in tantissimi docenti precari. Un problema del genere coinvolge i docenti precari già presenti da due anni nelle graduatorie provinciali per le supplenze e chi nel frattempo ha acquisito i titoli per entrare per la prima volta nelle GPS. A tal proposito abbiamo intervistato la sindacalista della FLC CGIL Manuela Pascarella.
Nel 2022 scade il biennio di validità delle Graduatorie Provinciali delle Supplenze, per cui dovrebbe esserci l’aggiornamento. Il Ministero sta lavorando per organizzare questo appuntamento?
Come FLC CGIL abbiamo molto sollecitato l’amministrazione, perché il 2022 è un appuntamento importante per aggiornare le graduatorie, ma anche per riallineare le GPS e le GAE, facendo finalmente coincidere l’aggiornamento delle due diverse graduatorie. Ci risulta però che il Ministero pensi ad un rinvio, magari con un emendamento ad hoc nel decreto milleproroghe.
Per quale motivo il Ministero vorrebbe rinviare l’aggiornamento?
La principale motivazione riguarda la capacità dell’amministrazione di affrontare, con gli uffici periferici, la validazione e i controlli sulle domande presentate: un problema connesso alla carenza di organici degli Uffici scolastici provinciali. In assenza di risorse specifiche, occorre però intervenire anche sul piano tecnologico per ottimizzare la gestione delle domande. Per noi infatti non è corretto scaricare sui lavoratori il prezzo dei tagli della PA e la carenza degli organici.
Quante persone saranno coinvolte nell’aggiornamento?
Nel 2020 ci sono state oltre 700 mila istanze ed è stata la prima informatizzazione delle domande delle graduatorie d’istituto. Ora i suppplenti non dovranno ridichiarare i titoli già inseriti, ma solo aggiornare i servizi di questo biennio e gli eventuali nuovi titoli culturali. Poi ci sono i neo-laureati, che potrebbero inserirsi, i quali chiaramente non avranno molti titoli da dichiarare.
Quali conseguenze produrrebbe un rinvio?
Per noi sarebbe un grave errore e un danno alla credibilità del Ministero: rispettare le scadenze è importante. Ci sarebbe molto scontento da parte dei precari che vogliono dichiarare i servizi maturati, i titoli acquisiti, o magari cambiare provincia. Gli specializzati e gli abilitati devono potersi inserire a pettine, non in coda, e per farlo occorre l’aggiornamento. Poi ci sono i neo-laureati che sono in attesa di potersi iscrivere. Inoltre il rinvio favorirà le MAD, domande fuori graduatoria che alimentano sovraccarico di lavoro per le scuole e chiamate fuori controllo.
Quali soluzioni si potrebbero adottare per evitare il rinvio?
Seppure non ci siano stati incontri formali abbiamo suggerito diverse soluzioni: potenziamento dei software usato nel 2020, visualizzazione immediata del punteggio prodotto dall’istanza, possibilità immediata di correzione in autotutela, tempi distesi per produrre le domande e termini fissati entro giugno 2022, in modo da non sovraccaricare gli uffici ad agosto.
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