Secondo le ultime indiscrezioni il decreto legge sulla scuola potrebbe contenere un passaggio importante in materia di aggiornamento e formazione in servizio.
Già a partire dal prossimo settembre le scuole dovranno organizzare attività formative, obbligatorie per i docenti, in fatto di innovazione, competenze linguistiche e inclusione scolastica. I piani di formazione dovranno avere un respiro almeno triennale e, a regime, saranno finanziamenti con uno stanziamento di circa 40 milioni di euro.
Lo stesso decreto prevede una seconda modalità di formazione, riservata ai docenti che operano in classi con alunni disabili.
Non è chiaro se nel titolo “competenze linguistiche” sono compresi anche i corsi per formare i docenti di scuola primaria che devono insegnare inglese nelle proprie classi; neppure è chiaro in che modo proseguiranno i piani di formazione per i docenti che dovranno applicare il metodo CLIL che, come annunciato più volte dal ministro Giannini, sarà esteso anche alla scuola primaria.
A questo proposito va osservato che ultimamente non si è più parlato dell’ipotesi di inserire nelle scuole primarie docenti di inglese di madre lingua, come invece era stato lasciato intendere nei mesi passati.
Ad ogni buon conto, al di là di ogni considerazione, va segnalato che secondo il contratto nazionale in vigore, la formazione in servizio non è un obbligo del docente, ma bensì un diritto. E allora, ci staranno i sindacati a cancellare dal testo del CCNL anche questa regola?
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