Quando un pilota di formula uno possiede una grande macchina è molto probabile che possa fare una grande gara e possa vedere, dallo specchietto retrovisore del suo bolide, i concorrenti allontanarsi come puntini neri da confondersi con l’asfalto della pista, ma se allo stesso pilota dai, per correre la gara, un’auto scassata, allora il rischio che perda la competizione esiste eccome, ma sarebbe ingiusto attribuirgli anche le colpe della sconfitta.
L’immagine appena descritta, di un pilota di formula uno perdente, a causa della sua pessima auto, è l’immagine figurata di alcuni bravi docenti che operano in un sistema scolastico disastrato e magari con alunni che vivono in un contesto familiare, sociale ed economico compromesso e difficile.
In questo spaccato sociale, che peraltro è molto diffuso in macro aree del sud Italia, ma anche in aree di alcune periferie metropolitane del nord del Paese, la corrispondenza biunivoca che associa gli alunni ciucci o somari alla scarsa attitudine al buon insegnamento dei docenti di quegli stessi alunni, è veramente una grande corbelleria, che non è supportata dal comune buon senso.
Eppure questa sarebbe la logica che avrebbe ispirato gli esperti del Miur ad inserire nel decreto legge n.104 una norma che prevede, per le scuole dove i risultati dei test Invalsi sono al di sotto della media nazionale, l’obbligo di formazione e aggiornamento rivolto agli insegnanti di tali scuole, in modo da raggiungere lo scopo di aumentare le conoscenze e le competenze degli alunni, ma anche di incrementare le competenze di gestione, di programmazione e informatiche dei docenti.
Qual è l’articolo del decreto legge 104 del 12 settembre 2013 in cui si addossano così tante responsabilità ai docenti e dove è fatto obbligo per l’espiazione della colpa seguire da parte degli insegnanti una sana e ricostituente formazione?
L’articolo incriminato è l’art.16 in cui è scritto: “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico con particolare riferimento al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l’attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni ove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), anche in relazione alle rilevazioni Ocse-Pisa, risultano inferiori alla media nazionale”.
Per parte nostra rimaniamo convinti che il pilota bravo e vincente, se ha un’automobile scassata, non sarà in grado di vincere, nemmeno se si forma in maniera obbligatoria e continuativa.
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