Attualità

Aggressione di stampo mafioso Ostia, la maestra non denuncia. La madre che l’ha picchiata: “È stata violenta con mio figlio”

La maestra di sostegno di Ostia aggredita da un membro del clan Spada dopo aver rimproverato un alunno non ha ancora denunciato, e probabilmente non lo farà in quanto teme ritorsioni. Questo quanto scrive il quotidiano La Repubblica.

La maestra teme ritorsioni

“È impaurita per quello che è accaduto e per l’attenzione che si sta creando”, spiega una delle sue colleghe. L’insegnante è stata ascoltata dai carabinieri di Ostia, ma non ha riferito dell’intimidazione, sentita da diversi testimoni: “Noi siamo gli Spada, non ti puoi permettere di toccare mio figlio”.

Dal canto suo la madre del bambino, colei che ha aggredito la donna, sostiene che la maestra abbia esercitato violenza sul bambino di dieci anni.

La ricostruzione dei fatti

A colpirla, prima con parole offensive e poi arrivando alle botte, una mamma legata al clan sinti. I fatti, sulla cui ricostruzione stanno lavorando le forze dell’ordine, si sono registrati martedì 7 maggio poco prima dell’ora di pranzo.

L’insegnante, avendo finito il turno di lavoro, si apprestava a rientrare a casa quando è stata avvicinata dalla mamma del suo alunno. Davanti anche ad altri docenti e genitori, in attesa di prendere i figli prima del suono della campanella, la donna ha iniziato a inveire contro la maestra. “Non ti dovevi permettere di rimproverare mio figlio”, avrebbe urlato. Per poi passare all’azione: schiaffi al volto e calci all’addome, da quanto ricostruito da alcuni testimoni. 

L’insegnante, come riporta Open, è stata percossa nel cortile esterno delle scuola davanti agli occhi di qualche collega e genitore. La maestra aveva rimproverato il figlio della donna che aveva assunto atteggiamenti aggressivi nei confronti di un compagno.  “Non puoi permetterti di sgridarlo, noi siamo del clan Spada”, avrebbe detto la madre prima di attaccare l’insegnante. Dopo l’aggressione, la docente ha chiamato il personale medico del 118, sebbene abbia poi rifiutato le cure. 

Redazione

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