Le aree del globo colonizzate da Cook, successivamente al 1765, hanno visto un’integrazione forzata di culture locali autoctone (caratterizzate da evoluzione del sapere tramandato oralmente continua e coesione con il territorio) e degli Europei, i quali hanno svuotato gli elementi di natura identitaria – per Hegel “res incorporales” – sostituendoli con la razionalizzazione burocratico-democratica propria del Vecchio Continente. Oltra alla modifica del paesaggio antropologico, ciò ha inasprito i rapporti di forza tra i soggetti che abitavano le aree neozelandesi prima del tardo XVIII secolo.
Purtroppo fenomeni ed atti di violenza e discriminazione interessano le minoranze a livello locale, specie nelle aree rurali, scarsamente in contatto con le realtà più dinamiche, dense, virtuose ed evolute di Auckland, la capitale del paese. L’aggressione, registrata nella giornata di ieri, a danno di due docenti di una scuola della capitale e la pubblicazione di un controverso report relativo alla discriminazione degli studenti e delle studentesse Māori a scuola ha messo dinanzi al Ministero dell’Istruzione pubblica locale, già alle prese con un taglio dei fondi e privatizzazioni di settore, a nuove sfide del presente con radici e tensioni mai sopite.
Un nuovo rapporto che esamina la salute e il benessere dei giovani Māori ha fatto luce sull’impatto significativo del razzismo sulla decisione degli studenti della comunità di lasciare la scuola prematuramente e sui suoi effetti persistenti su salute, inserimento e formazione globale. “Ogni rangatahi (giovane generazione in Māori) intervistato parlerebbe di un’esperienza di razzismo in termini di aggressioni personali, essere seguito nei negozi, un’esperienza razzista da parte di un insegnante in cui entravano in una classe avanzata e gli veniva detto ‘oh, non dovevi essere qui’ quando in realtà lo erano”, ha detto il ricercatore capo Dr. Teah Carlson.
Il rapporto della Victoria University (Te Herenga Waka) afferma che la discriminazione affrontata dai giovani Māori porta a disagio emotivo, erode l’autostima e favorisce sentimenti di isolamento, con alcuni che sperimentano pensieri suicidi. Un altro partecipante alle interviste di ricerca ha evidenziato la mancanza di sostegno da parte del sistema scolastico, dichiarando: “Ho lasciato la scuola perché la scuola era orribile e non aveva nemmeno a che fare con il bullismo o altro. Era letteralmente solo il sistema scolastico e tutta la pressione che ti viene esercitata. Il rapporto ha anche rilevato il ruolo contribuente del consumo di droghe nell’esacerbare i problemi di salute mentale tra i rangatahi (ndr). Ha rivelato che le scuole non erano preparate a sostenerle adeguatamente nella gestione di questi problemi.”
La preside di Epsom Girls Grammar School di Auckland, Lorraine Pound, ha contattato le famiglie degli studenti raccontando loro dell’aggressione e rassicurandoli che la studentessa coinvolta “non è sul posto” per la settimana di lezioni corrente. Ha detto che c’è stato un “incidente doloroso a scuola ieri pomeriggio” in cui “una ragazza ha colpito fisicamente due membri del personale docente”.
La scuola sta lavorando con il Ministero della Pubblica Istruzione circa le indagini per garantire la sicurezza di docenti, personale e studenti. Pound ha dichiarato all’emittente locale 1News che l’aggressione “non era correlata alla visita della delegazione statunitense – prevista per lo stesso giorno – ed è avvenuta in un’area diversa della scuola”. La polizia ha inoltre reso noto di essere stata chiamata a seguito di una segnalazione di due persone aggredite alla scuola Epsom ieri pomeriggio. “Poco prima delle 15:00, la polizia è stata chiamata alla Epsom Girls Grammar School a seguito di una studentessa che avrebbe aggredito due membri del personale. Le indagini della polizia sono ancora in corso e la studentessa è stata indirizzata ai servizi di aiuto per i giovani”.
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