I lettori ci scrivono

Aggressioni nelle scuole, che fare?

Ancora un’aggressione nella scuola. Questa volta in Sardegna. Un genitore aggredisce a testate un insegnante di matematica all’interno di un edificio scolastico e lo manda all’ospedale con una prognosi di 15 giorni.
Episodi come questi, sempre più frequenti oramai, sono purtroppo destinati a diffondersi sempre più anche perché si è creata una sorta di impunità e non si reagisce alle aggressioni come si dovrebbe fare. Ecco cosa dovrebbe succedere a nostro avviso dopo un’aggressione in una scuola da parte di studenti o genitori. 

1) Fare una manifestazione, immediatamente, il giorno dopo con cartelli, fuori i cancelli della scuola e ritardare di un’ora l’inizio delle lezioni, si deve avvertire e provocare disagio, positivo sarebbe il coinvolgimento delle strutture territoriali delle OO.SS. di categoria.
2) Parlare nelle classi di quanto accaduto.
3) Dopo qualche giorno fare una manifestazione cittadina con tutti gli insegnanti, gli studenti e i genitori di quella scuola con un corteo guidato dal DS e dal presidente del consiglio di Istituto e invitando la stampa e le autorità nonché i sindacati della Scuola.
4) Costituirsi parte civile contro l’aggressore da parte del DS in quanto legale rappresentante della scuola.
Il resto sono solo chiacchiere e per adesso purtroppo si sono solo sentite solo  molte parole . 
Il fenomeno purtroppo dilaga ma registriamo l’inerzia delle scuole dai DS al Ministro Valditara.

Libero Tassella SBC

La Tecnica della Scuola vuole raccogliere l’opinione dei propri lettori sulla tematica chiedendo se l’inasprimento delle pene verso gli aggressori, introdotto di recente con il decreto Caivano, sia giusto: l’arresto dei genitori che si macchiano di violenze particolarmente gravi può essere la soluzione al trend crescente di violenze gratuite (fisiche e psicologiche) rivolte verso gli insegnanti dai familiari degli studenti?

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