Circa 12.000 euro per le supplenze e 5.000 per il funzionamento: sono queste le entità medie dei finanziamenti che le scuole si vedranno ricevere nelle prossime settimane a seguito della decisione del Governo di incrementare due “voci” di spese correnti che la grande maggioranza degli istituti non sapevano più come fronteggiare.
Complessivamente ammonta a 150 milioni di euro per le supplenze (da realizzare) e di 60 milioni di euro per il funzionamento degli istituti (dello scorso anno) l’incremento dei fondi assegnati alla scuola: la notizia è stata resa pubblica dalla Flc-Cgil, che attraverso il proprio sito si sofferma anche sulla provenienza dei finanziamenti – la legge di assestamento al bilancio ed il ‘piano programmatico interno’ dopo i tagli della Finanziaria – ottenuti, per l’organizzazione sindacale, soprattutto a seguito delle “proteste e la mobilitazione di scuole e sindacati“.
Certo, l’arrivo degli attesi fondi mette le scuole nelle condizioni di lavorare meglio. Ma non risolve di certo i tanti problemi: per il sindacato guidato da Domenico Panteleo “resta ancora aperto un pesante indebitamento delle scuole e viene taciuto il credito di oltre un miliardo di euro (gli arretrati degli anni precedenti al 2009/09 ndr) che le scuole vantano nei confronti del Miur“. Secondo alcune stime attendibili, in media ognuno dei 10.000 e oltre istituti italiani vanterebbe dallo Stato almeno 100.000 euro di arretrati. Un punto, quest’ultimo, su cui i tecnici del Miur, ma anche lo stesso responsabile dell’Istruzione italiana, Mariastella Gelmini, non hanno voluto dare alcuna spiegazione.
Per i lavoratori della conoscenza dalla Cgil, inoltre, i fondi ora concessi farebbero inoltre parte di una tranche sottratta in precedenza: “non si tratta di soldi freschi, sia pur benvenuti – scrive il sindacato – ma è il ripristino di una parte dei fondi tagliati e nel caso del funzionamento 2009 azzerati, in quantità inferiori a quanto lo stesso ministro aveva promesso il 4 agosto scorso ai sindacati e molto al di sotto dei bisogni delle scuole. E inferiori a quanto assicurato ai dirigenti scolastici dopo una clamorosa protesta dell’aprile scorso con un simbolico incatenamento davanti al Miur“.
Questa la contro-proposta dei lavoratori della conoscenza della Cgil: “è indispensabile – scrive il sindacato – un piano di rientro straordinario per far uscire le scuole dalla crisi finanziaria e lo spostamento degli stipendi dei supplenti saltuari a carico del Mef“. Richieste che il sindacato farà al Miur in occasione del previsto incontro tecnico di martedì prossimo, 13 ottobre, assieme alla richiesta di conoscere con esattezza i criteri di assegnazione dei fondi per il funzionamento didattico e amministrativo.
Nelle scorse settimane il ministro Gelmini aveva annunciato che la consistenza della ripartizione dei fondi sarebbe stata legata al numero di studenti iscritti ai singoli istituti: per quanto riguarda il funzionamento scolastico, salvo modifiche dell’ultimo periodo, solo agli istituti con più di 600 iscritti verranno inviati 8-10.000 euro. Per quelli meno corposi è previsto un finanziamento ridotto: a chi annovera tra i 400 e 600 iscritti andranno 5-6.000 euro. Mentre a tutti gli altri istituti scolastici, con meno di 400 studenti, verranno assegnati meno di 5.000 euro. Non tantissimi, ma visto il periodo di crisi economica generalizzata risultano a dir poco preziosi. Lo stesso responsabile del Miur aveva anche detto di stare “lavorando con il Tesoro per aumentare le spese di funzionamento” delle scuole italiane, in modo che gli istituti siano ovunque in grado di far fronte alle spese di gestione, dalla cancelleria alla carta igienica al mobilio. “Voglio però dire – aveva tenuto a precisare Gelmini – che le spese non sono state tagliate da questo governo, ma dal precedente, che ha preferito mantenere del personale in servizio, ma la conseguenza negativa – ha concluso Gelmini – è che oggi le scuole si trovano senza risorse per tirare avanti“.
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