“Dichiarare che i docenti dovrebbero percepire 3mila euro al mese e poi proporne solo 30, lordi dopo otto anni di blocco, è un’operazione che ha infastidito molti insegnanti”.
Così si è espresso Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 3 luglio su Radio Cusano Campus, nel commentare i desiserata della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, sui compensi da assegnare agli insegnanti italiani.
“Le esternazioni della responsabile del Miur – ha detto Giuliani – erano sicuramente in buona fede, mosse da sentimenti sinceri, considerando anche la sua ‘anima’ sindacalista, derivante da diversi anni passati nella dirigenza della Cgil: tuttavia, quelle parole tra i docenti hanno prodotto reazioni decisamente negative. Molti insegnanti si sono infatti indispettiti, ricordando che la realtà è quella di un Governo che sino ad oggi ha approvato poche decine di euro di aumento medio a lavoratore e per arrivare ai fatidici 85 euro, netti circa 50, indicati più volte dalla ministra della PA Marianna Madia, bisognerà attendere la prossima legge di Bilancio”.
“Effettivamente è assurdo che insegnante laureato e pluri-specializzato e abilitato debba percepire meno di 1.300 euro per diversi anni ad inizio carriera. Sui social e anche leggendo le tante lettere ricevute in redazione, la ministra è stata tacciata di demagogia”.
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Non si può dire aleatoriamente che i docenti meritano uno stipendio doppio, quando si ricopre un ruolo così importante? “Purtroppo va anche detto che gli aumenti nella scuola sono legati a doppio filo alle esigenze del Mef. E oggi a malapena si coprono gli stipendi, che sono pure molto bassi. La ministra lo sa bene e dire che occorre puntare a certe cifre a molti è sembrata una presa in giro”.
Nel corso della puntata del 3 luglio si è parlato anche dei “furbetti della Legge 104” che si spostano al Sud in numero massiccio grazie alle precedenze per assistere parenti o affini (“non possiamo cadere nel qualunquismo, è bene che gli organi preposti ai controlli verifichino la veridicità delle certificazioni presentate, inoltre non va dimenticato che al Sud le strutture socio-assistenziali sono poche”).
Si è quindi parlato di politica (“tutti i raggruppamenti anti Pd vogliono cambiare la Buona Scuola, ma poi una volta al Governo sarà così?”) e dei 6.399 posti per diventare maestro (“consigliamo ai candidati di cominciare da subito a prepararsi per rispondere agli 80 quesiti la cui somministrazione è prevista per il prossimo 15 settembre”.
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