I lettori ci scrivono

Ai docenti va concessa la pensione anticipata, altrimenti li si costringe a fare i nonni dei propri alunni

Mi è capitato di recente di leggere articoli sulla possibilità consentire la pensione anticipata ai docenti, soprattutto a coloro che ormai ultrasessantenni e allo strenuo delle forze, non hanno più la prontezza fisica e mentale, per affrontare un lavoro tanto stressante e da molteplici punti di vista.
Al tempo stesso, come mi capita di continuo, non riesco però a capire le assurdità della legge italiana che, solo un trentennio fa, concedeva agli insegnanti di andare in pensione dopo solo quindici anni di contributi (un’assurdità!) e che ora, invece, desidera che gli stessi si immolino sul lavoro, magari uscendone direttamente dentro una bara!

Mi chiedo spesso poi se lo Stato conosca le realtà scolastiche e se concepisca la fatica e l’aggravio lavorativo delle altrui professioni o semplicemente si beffeggi dei cittadini, come se fossero solo le sue pedine da manovrare a piacimento. Nel nostro caso a comportarsi scorrettamente è proprio il nostro attuale Ministro dell’Istruzione che, visto il ruolo che ricopre, dovrebbe anche calarsi nei panni di coloro che rappresenta e non promettere inutilmente cose che non potrà mai mantenere.
Il maggior modo per rendersi conto di come stiano realmente le cose, è quello di fare sopralluoghi sul campo! Solo così si renderebbe conto che in un ciclo di scuola,come per esempio quello dell’infanzia, insegnanti di sessant’anni più che le maestre dei bimbi presenti (e consideriamo che l’età dei bambini va dai due anni e mezzo ai cinque anni), possono essere considerate vere e proprie nonne che però, non sono in pensione e che da “nonne”, si occupano (per molte ore da sole) di classi che spesso raggiungono un numero di 25 alunni.
Mi chiedo quanti lascerebbero 23/25 nipoti con la loro nonna di 63 anni.
Credo solo dei folli!
Lo Stato fa questo e non solo, vuole anche prolungare l’età pensionabile,senza neppure pensare di porre ai ripari, magari assumendo insegnanti più giovani che possano in appoggio a quelli più anziani,sopperire all’ormai assurda situazione. E ho parlato solo di questo ciclo che conosco bene, ma la cosa non cambia neppure alla primaria e nelle superiori. Abbiamo così scuole di alunni giovani e sempre più incontrollabili, capitanate da vecchi docenti(e con questo termine non voglio offendere nessuno) e questa è la realtà del sistema di istruzione italiano.
Cosa vogliamo aggiungere di più? Forse che a migliorare il tutto contribuiscono anche le cifre esorbitanti dei nostri stipendi (1200 /1300 euro mensili per  i più giovani, 1500/1700 per i più anziani) ?
In conclusione,siete proprio sicuri che gli insegnanti siano una categoria di lavoratori fortunati?

Maria Rosaria Oliveto

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