Si tratterebbe di supplenze temporanee e di incarichi annuali effettuate tra l’inizio degli anni Settanta e il 1987.
Tuttavia, scrive Il Sole 24 Ore, secondo il direttore scolastico provinciale, il numero «potrebbe lievitare nei prossimi mesi, quando altri docenti si troveranno a fare i calcoli in vista del pensionamento». Ma il caso potrebbe pure andare ben oltre la dimensione locale.
In allarme la Cgil di Milano che per prima, basandosi su segnalazioni pervenute direttamente al sindacato e sui dati del patronato Inca Cgil, ha rilevato un preoccupante crescendo di casi in provincia di Milano, mentre si allarga la casistica dei prof in difficoltà anche per altre mancanze.
“Tra i prof che si sono trovati in difficoltà c’è ad esempio chi è già in pensione, e ha riscattato – pagando di tasca sua – più di un anno di contributi che non risultano all’Inps, e insegnanti che hanno presentato la domanda di pensionamento tre o quatto anni fa ma sono ancora in attesa della pensione: nessuna erogazione dall’Inps a causa di “buchi” riscontrati nel ’78 e ’79, non giustificati dall’amministrazione”, scrive sempre Il Sole.
Ma sarebbero pure in molti anche gli insegnanti che si rivolgono alle segreterie delle scuole milanesi dove hanno lavorato in passato, per chiedere che vengano loro rilasciati gli attestati di servizio e i modelli “01 M” che attestano i versamenti all’Inps.
Il consiglio rivolto ai docenti, a questo punto, è quello di controllare prima possibile la propria situazione previdenziale: in caso di «buchi» contributivi è necessario dotarsi dei certificati di servizio, o dei cedolini che attestano i versamenti delle scuole, prima di andare nuovamente agli sportelli Inps.
Secondo i vertici dell’Istituto nazionale di previdenza di Milano, c’è innanzitutto l’esigenza di fare una verifica per capire l’entità e la consistenza di questo fenomeno: se la questione dovesse riguardare i contributi versati fino al 1987, per le cosiddette supplenze brevi, si tratterebbe di versamenti che rientrano nella gestione previdenziale privata dell’Inps. Contributi per i quali – tra l’altro – scatta la prescrizione dopo un periodo di dieci anni.
Infatti, fino al 1987, i contributi degli insegnanti per le supplenze brevi venivano versati direttamente all’Inps, poi queste pratiche sono divenute di competenza dell’Inpdap. Intanto, l’Inps conferma che è in programma a breve un tavolo con l’Ufficio provinciale scolastico di Milano, nel corso del quale verrà affrontato questo tema.
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