Home Attualità Ajello: non temere l’esame Invalsi, utile per fornire supporto e migliorare

Ajello: non temere l’esame Invalsi, utile per fornire supporto e migliorare

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Anna Maria Ajello, presidente Invalsi, intervistata dal Messaggero, spiega i motivi per cui i test  Invalsi hanno un notevole valore per capire e migliorare il profitto dei ragazzi.

Paura dell’esame? No, promozione all’autonomia

“Esiste una paura atavica dell’esame, un’idea dell’esame che provoca inevitabilmente ansia. Ma in Italia su questo aspetto dovremmo davvero cambiare prospettiva: l’esame viene vissuto come una forma di controllo punitivo quando invece, nel caso specifico dei test Invalsi, si tratta della promozione dell’autonomia”.
Infatti, spiega, la presidente, “Se capiamo dove sbagliamo, possiamo correggerci. Migliorare una prestazione andata male ci fa capire che un giudizio non è mai definitivo. E che possiamo migliorarci. Senza contare poi la carica positiva che può dare un esame”

Normale l’ansia, ma ovunque si sostengono esami

“L’ansia per un esame – dichiara ancora Ajello- è normale e non va temuta. Anche perché sfuggire da un esame non serve. Gli esami sono ovunque, dall’università ad un colloquio di assunzione. Si pensa sempre alla bocciatura ma pensiamo invece alla promozione, ad un esame andato bene: ci gratifica enormemente e ci dà quella dose di autostima necessaria per affrontare sempre nuove sfide”.

Disparità non solo geografica

Inoltre, se in Usa, per esempio, dove in base ai risultati delle prove le scuole vengono finanziate o meno o addirittura sottodimensionate, in Italia “abbiamo adottato il percorso opposto: con l’iniziativa avviata quest’anno per colmare i divari territoriali potremmo ottenere ottimi risultati”.  E non solo divari Nord – Sud, se si pensa, dice la presidente, che queste ci sono “nello stesso territorio, a pochi chilometri di distanza, può capitare che una scuola abbia ottimi risultati e un’altra no. Non dipende né dal luogo né dal ceto sociale. Con questa iniziativa potremo intervenire dove serve, del resto abbiamo una mappatura capillare”, nella considerazione inoltre che non c’è punteggio e  “i risultati vengono restituiti dopo gli esami di maturità quindi non c’è alcuna forma di influenza sull’andamento scolastico e degli esami”.

Capire il livello raggiunto e intervenire

Con le prove Invalsi, più semplicemente, aggiunge Ajello, “Viene descritto il livello raggiunto dallo studente e come si colloca nei 5 previsti” e dunque “Avere risultati precisi e disporre di dati attendibili significa fornire agli studenti esattamente il supporto adatto a loro, per migliorare. Ogni scuola ha le sue necessità e non sono assolutamente tutte uguali”.