L’Italia si piazza al quarto poco onorevole posto fra i paesi europei per quota di giovani che abbandonano gli studi e, nonostante qualche lieve miglioramento nel corso degli anni, siamo distanti dalle percentuali di Nazioni come Germania, la Gran Bretagna e la Francia dove la percentuale si abbassa costantemente.
Tuttavia, fa rilevare Il Sole 24 Ore, che ha elaborato i dati Istat, alla base di tanta perdita di giovani dalla scuola c’è la povertà e l’esclusione sociale.
Dunque da qualunque punto di vista lo si voglia vedere, il fenomeno degli abbandoni e delle dispersioni scolastiche si appendono sempre sulla condizione sociale: più povertà, disoccupazione, decadimento sociale più abbandoni scolastici.
E infatti, precisa Il Sole, disaggregando per Regione si nota che quelle con il più alto tasso di abbandono scolastico, superando la media nazionale, sono la Sardegna, la Sicilia, la Campania, la Puglia e la Calabria, là dove proprio la povertà è più diffusa.
Il valore più alto è quello della Sicilia con 457 minori in grave deprivazione materiale su 10 mila abitanti, seguita a brevissima distanza dalla Campania e poi da Puglia, Basilicata e Calabria. Anche come numero assoluto di giovani svantaggiati svettano Campania e Sicilia. Al terzo posto troviamo la Lombardia, anche calcolando il tasso per 10 mila abitanti emerge che in proporzione questa condizione è meno diffusa rispetto ad altre regioni.
Dei circa 1.710.004 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico una delle classi della scuola media, 10.591 hanno interrotto la frequenza scolastica senza valida motivazione prima di giugno: più di un ragazzo su 200, e solo uno su 3 si è iscritto nuovamente alla scuola secondaria di I grado l’anno successivo.
C’è infine chi abbandona da un anno all’altro e sono ancora di più di quelli che lo fanno prima della fine. Sono oggi lo 0,73% degli iscritti alle scuole medie, cioè 8.242 ragazzini, per la maggior parte del Meridione. Il Sud infatti ha riportato una percentuale di abbandono complessivo dell’1% (con l’1,2% nelle isole e lo 0,9% al Sud) contro lo 0,6% del Nord Est. Tra le singole regioni spiccano in negativo la Sicilia con l’1,3%, Calabria, Campania e Lazio con l’1%.
Lo stesso vale, come è intuibile, per la scuola superiore, che vede ancora a Sud la percentuale di questi nuovi Sciuscià più elevata, pari al 4,8%, con una media del 5,1% per le regioni insulari. Spiccano Sardegna, Campania e Sicilia, con punte rispettivamente del 5,5%, del 5,1% e del 5%.
Per quanto riguarda invece la correlazione fra abbandono scolastico è criminalità minorile, Il Sole 24 ore fa notare che più di un ragazzo dai 14 ai 17 anni su 100 nel 2017 è stato denunciato alle forze dell’ordine, con tassi doppi in Trentino-Alto Adige, in particolare a Bolzano, dove le denunce toccano il 3% degli adolescenti di questa età. Seguono Lazio, Liguria, Piemonte e Sicilia, ed è evidente da questi dati che non è al sud che viene sporta la maggior parte delle denunce nei confronti di minorenni.
Anche in numero assoluto, è al nord che troviamo la fetta più grossa di denunce: 15 mila, contro le 7 mila del centro e le 11,8 mila a sud. In ogni caso negli ultimi dieci anni è cresciuto il numero di minorenni denunciati: da 30 mila a 34 mila, per gli aumenti registrati in Umbria, Lazio, Sicilia, Lombardia e Trentino Alto Adige.
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