Attualità

Al liceo Tito Livio di Padova affisso uno striscione contro Blocco Studentesco: “La scuola è libera perché antifascista”

Sono giorni caldi e movimentati nelle scuole italiane dopo l’aggressione squadrista al liceo Michelangiolo Firenze che ha visto scontrarsi studenti di appartenenze politiche opposte e la questione della circolare della dirigente scolastica del liceo Da Vinci di Firenze sui rischi del fascismo criticata da Valditara.

Qualche giorno fa, al liceo Tito Livio di Padova, è comparso uno striscione con scritto “La scuola non è antifascista, è libera”, affisso da esponenti di Blocco Studentesco. Oggi, 6 marzo, come riporta Ansa, gli studenti e i docenti della scuola hanno risposto con un altro striscione, con scritta la seguente frase: “La scuola è libera proprio perché antifascista”.

La lettera degli studenti sull’antifascismo

Non è finita qua: i rappresentanti degli studenti hanno anche scritto una lettera indirizzata a tutte le scuole, come riportato da Il Mattino di Padova. Eccone il contenuto:

“Cari studenti e studentesse del Tito Livio e di tutti gli altri istituti di Padova e d’Italia. Come è giunto all’attenzione della cronaca, il giorno sabato 4 marzo davanti ai cancelli della nostra scuola si è tenuta una manifestazione fascista organizzata da un manipolo di affiliati a “Blocco Studentesco”. Inutile dirvi con quanto rammarico e indignazione noi rappresentanti e studenti abbiamo assistito a questa inaccettabile provocazione verso il sentimento democratico, così importante al Tito Livio come in qualsiasi altra comunità. Nel nostro ambiente scolastico, il dialogo libero e costruttivo è sempre stato presente, anche tra studenti con diverse visioni e ideologie politiche.

Parimenti, è da sempre presente un totale rifiuto delle idee neofasciste e dei gruppi che diffondono tali pensieri politici e sociali. Ci sembra fondamentale quindi, in questo momento, sottolineare il nostro distacco da quanto è stato affermato. “La scuola non è antifascista, è libera” recitava lo striscione innalzato dai manifestanti, e la rabbia che abbiamo provato leggendo queste parole è difficile da descrivere. L’antifascismo è un valore fondante della nostra Costituzione e dovrebbe essere sentimento comune a tutte le organizzazioni politiche e dello Stato, cifra comune di tutta l’Italia, che sull’antifascismo stesso ha fondato la sua Repubblica.

La nostra Costituzione, nella XII delle ‘Disposizioni Transitorie e Finali’, si dichiara esplicitamente antifascista e oltre ai principi su cui si basa la nostra stessa Costituzione, anche il nostro codice penale dà delle chiare linee guida: ‘È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.’ afferma la Legge Mancino. Perciò celebrare il fascismo, o non condannarlo, è antidemocratico. La libertà della scuola, quella che dovrebbe unire tutti, indistintamente dalle posizioni politiche e le idee personali, e che dovrebbe essere fondamento della nostra morale collettiva, coincide con l’antifascismo. Sostenere il contrario promuove un sentimento di discriminazione, non di libertà.

Con questa lettera vogliamo unirci a voi come rappresentanti, come studenti, come cittadini per affermare che la nostra scuola è antifascista e per questo libera e unita. Non chiediamo solo il rispetto delle leggi e della democrazia, ma anche che la nostra scuola non sia associata in alcun modo a questi gruppi, portatori di un’ideologia che vuole limitare la libertà altrui e allo stesso tempo pretende uno spazio sempre più ampio di espressione delle sue idee antidemocratiche e antilibertarie.

In conclusione, ci auguriamo con la massima speranza che questo comunicato non cada inascoltato, ma sia raccolto invece da molti altri istituti, organizzazioni e dalle istituzioni. La scuola, in quanto statale, e per questo basata sulle idee di democrazia e antifascismo, è democratica e antifascista; di conseguenza dunque è libera. Dateci la certezza che la lotta al fascismo non si è ridotta ad un mero aggettivo, ma rimane sempre e comunque un principio fondante per il nostro Paese”.

Politica a scuola sì o no?

Nel frattempo lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ieri ha aggiunto carne al fuoco lodando la circolare del preside del liceo Carducci di Milano di fatto opponendola quella della preside del Da Vinci. In molti hanno accusato il leghista di non essere stato imparziale con i due dirigenti scolastici.

Redazione

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