Berlusconi-bis (o ter come fanno notare in molti, dato che si tratta in realtà del terzo Governo presieduto da Silvio Berlusconi) in piena continuità con il Governo precedente.
Esce Follini e rientra Tremonti, a Sirchia subentra Storace, Buttiglione va ai Beni Culturali e La Malfa alle Politiche comunitarie ma complessivamente i cambiamenti sembrano marginali.
Letizia Moratti resta saldamente al comando della più grande azienda italiana, la scuola, apparentemente incurante delle critiche e delle proteste che, soprattutto negli ultimi mesi, hanno coinvolto la scuola.
Ma a viale Trastevere qualcosa cambierà per forza di cose, dato che il sottosegretario Stefano Caldoro è stato "promosso" a Ministro per l’attuazione del programma di Governo (che sembra quasi una sorta di "funzione strumentale" alla attuazione del Pof).
Ma chi ricoprirà il posto di vice-ministro lasciato libero da Caldoro?
Lo sapremo con certezza nelle prossime ore, forse martedì, prima che si apra il dibattito sulla fiducia in Parlamento.
Ma stando ad alcune indiscrezioni, sembra che Nanni Ricevuto sia in collocato in pole position per la carica.
Socialista del nuovo PSI di De Michelis, Ricevuto è originario della Sicilia, regione in cui ha già ricoperto incarichi politici di rilievo.
Per il resto non cambierà nulla: Maria Grazia Siliquini (Alleanza Nazionale) resta al suo posto di sottosegretario con delega specifica ai problemi dell’Università, mentre per Valentina Aprea, che pure era data in forse anche per la non perfetta sintonia con il Ministro, non dovrebbero esserci dubbi.
Ma ovviamente per essere certi di tutto questo è bene aspettare ancora qualche ora.
In ogni caso, sottosegretariati a parte, la politica del Miur non dovrebbe cambiare.
D’altronde già nei giorni scorsi il Ministro aveva fatto sapere che le forze della maggioranza hanno trovato un accordo sulla riforma del secondo ciclo e che quindi l’iter per l’approvazione del decreto non subirà ulteriori ritardi.
Un leggero cambiamento di rotta potrebbe esserci sul I ciclo: si parla con sempre maggiore insistenza di una correzione al decreto n. 59 almeno per quanto riguarda la questione della funzione tutoriale che sarebbe confermata come "livello essenziale di prestazione" ma lasciata – nella sua concreta attuazione – alla autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
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