Grazie ad uno straordinario colpo di genio, al Ministero dell’Istruzione hanno scoperto finalmente l’acqua calda, anzi tiepida.
Secondo le indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni, i dirigenti del Miur (tra i 150 e 200mila euro all’anno di stipendio) sono arrivati alla stessa conclusione che è sotto gli occhi di tanti, tantissimi insegnanti (25mila euro all’anno, quando va bene) da almeno qualche anno a questa parte.
Si tratta di questo: ci si è accorti che i piani “una LIM in ogni aula” e “un tablet su ogni banco” sono del tutto irrealizzabili, per due semplicissime ragioni. Prima di tutto c’è un problema di risorse finanziarie: al ritmo di 15-20milioni di euro all’anno il piano di diffusione delle LIM si concluderebbe intorno al 2020 e cioè quando le LIM, probabilmente, saranno state soppiantate da altri strumenti.
A Viale Trastevere, invece, hanno deciso (ed era ora) che le risorse vanno concentrate sulla connessione veloce: a che serve – hanno pensato al Miur – avere PC, tablet e LIM se poi non c’è una connessione adatta a scaricare i materiali multimediali che affollano il WEB?
Diciamo che anche in questo caso la “pensata” dei tecnici del Ministero arriva con un bel ritardo visto che questo è il problema che, non da oggi, decine di migliaia di insegnanti toccano con mano ogni giorno.
Resta però il fatto che in questi anni si sono spese somme non del tutto disprezzabili per LIM, classi 2.0 e scuole 2.0: se a partire dal 2015 questo rubinetto verrà chiuso succederà che avremo scuole e classi attrezzate con fondi statali e scuole che, in ogni caso, dovranno dotarsi di strumentazione informatica a proprie spese.
In compenso ci saranno finanziamenti per mettere la banda larga dappertutto, resta da capire per connettere che cosa visto che le scuole difficilmente potranno acquistare l’hardware con i propri soldi.