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Al Nord 150 istituti rimasti senza dirigente: molti candidati del Sud rinunciano

Alla fine, è proprio il caso di dire, la “montagna ha partorito il topolino”. La temuta invasione dei dirigenti scolastici del Sud, che avrebbero dovuto fare man bassa dei 321 posti su 647 complessivi rimasti vacanti, non è avvenuta. Centinaia di aspiranti presidi Meridionali hanno preferito continuare a lavorare vicino casa, in alcuni casi rimanendo a svolgere mansioni di docente, piuttosto che essere immessi in ruolo sopra il Po. La vicenda era entrata a far parte delle cronache estive dopo la mozione, con tanto di adesioni della sinistra locale, con cui la Provincia di Vicenza si dichiarava contraria all’ennesima occupazione di posti rimasti liberi nella scuola da parte di candidati del Sud.
Mentre le liste di idonei veneti ed in generale del Settentrione sono rimaste vuote quelle del Sud (dove molti degli aspiranti dirigenti bocciati al concorso sono stati ‘ripescati’ attraverso ricorso) abbondavano di candidati: ben 650 suddivisi tra Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio e Marche) si presumeva che avrebbero accettato il trasferimento in cambio dell’assunzione a titolo definitivo. Invece non è andata così.
“La verità dei dati – commenta la Flc-Cgil – mostra come le polemiche innescate questa estate non avessero fondamento alcuno. La verità è che mancano i dirigenti scolastici, che bisogna ricorrere alle reggenze e che è necessario fare il nuovo concorso quanto prima e poi bandire i successivi con regolarità”.
Solo 171 posti, poco più della metà dei 321messi a disposizione, sono stati effettivamente occupati da candidati provenienti nelle graduatorie del Sud: tanto che quest’anno 150 direzioni scolastiche (67 in Lombardia, 50 in Piemonte, 28 in Veneto e 5 in Liguria) saranno affidate a dei reggenti. Numeri eloquenti che dovrebbero chiudere una volta del tutto le polemiche di mezza estate sull’argomento.
Alessandro Giuliani

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