Il motivo dello sciopero, per i Cobas, è il sistema nazionale di (S)valutazione, varato da qualche giorno dal Consiglio dei ministri, che distrugge la qualità della scuola pubblica.
Un provvedimento importante varato con un governo inesistente, continua il comunicato dai sindacati di base, e mai discusso dalle scuole e anzi bocciato da moltissimi collegi docenti quando fu proposto sotto forma di sperimentazione; e anche il Consiglio di Stato aveva dato un parere fortemente critico, così come il Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione.
Incurante dell’opinione delle scuole, dicono i Cobas, introduce uno strumento coercitivo per piegare l’istruzione alle logiche della scuola-azienda e della scuola-quiz, imposte a docenti, studenti e genitori senza aver risposto alla domanda centrale: quali elementi rendono una scuola “migliore”?
Evitando ogni risposta, si dà all’’Invalsi il potere di stabilire i criteri che dovrebbero orientare – ma in realtà svalutare verso la scuola-miseria – l’azione dei nostri istituti.
Tuttavia la domanda principale che i Cobas pongono consiste nel fatto che se la se la cura (per raggiungere i livelli stabiliti con l’Indire,il corpo ispettivo e gli esperti) non funziona, che succede? Né qualcuno lo dice.
Negli USA e Gran Bretagna vengono chiuse e i docenti licenziati (la legge Brunetta prevede il licenziamento dei dipendenti pubblici a fronte di rendimenti negativi).
Innalzamento della “qualità”? In realtà, sostengono i Cobas, questo sistema svaluterà rapidamente e con danni irreparabili la qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata, come già accaduto nella scuola inglese e statunitense. Una quantità enorme di risorse sarà ulteriormente dirottata nella burocrazia (già immaginiamo i moduli da riempire) e sottratta al lavoro concreto della didattica. E ancor più pericoloso sarà il potere retroattivo del sistema: ci verrà imposto di adeguare le nostre programmazioni e la nostra attività didattica agli indicatori stabiliti dall’Invalsi, pena la “cura” a suon di ispettori e di corsi di “miglioramento”.
L’obiettivo sarebbe quello, dice il sindacato, di imporre cosa insegnare e come insegnare. I docenti devono reagire ed essere in prima fila nella difesa della qualità della scuola pubblica italiana.
Se blocchiamo i quiz, facciamo fallire il loro principale strumento di misurazione
I COBAS hanno indetto lo sciopero contro i quiz INVALSI secondo le seguenti modalità:
7 MAGGIO SCUOLA MATERNA ed ELEMENTARE
14 MAGGIO SCUOLA MEDIA
16 MAGGIO SCUOLA SUPERIORE
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