Quali sono le ragioni che obbligano chi vive al Sud a spostarsi verso il settentrione? Questa la domanda che Wired.it ha ricevuto da parte di un lettore a cui è seguita una breve indagine da parete del giornale che ha cercato di fotografare la situazione con dati alla mano, almeno questo sembra l’intento.
Secondo Wired, che si è basato sui dati forniti dal Miur, non sarebbe vero che al Sud ci siano state meno cattedre perché ci sono meno scuole, ma piuttosto perché ci sono più insegnanti che insegnano nella scuola secondaria in numero assoluto, sebbene il rapporto alunni/docente sia abbastanza omogeneo in tutta la penisola.
A parte la scuola primaria, il Sud nel suo complesso detiene più sedi scolastiche pubbliche rispetto al nord. E non solo: al sud ci sono più alunni in numero assoluto che frequentano la scuola rispetto al nord, e anche più classi. Una situazione che non può che sembrare paradossale, dato che a non mancare al sud è anche quello che si chiama “organico di fatto“.
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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Che sia questo il punto nodale della situazione o meno infatti, sta di fatto che nell’anno scolastico 2013-14, al sud si sono registrati più docenti che al nord, almeno nelle scuole secondarie di I e II grado. Tuttavia, se facciamo due conti scopriamo che da nord a sud della penisola si contano 10-11 alunni per insegnante nelle scuole superiori, una situazione che non sembra poi così disomogenea.
La prima cosa che si nota, fa notare Wired, è appunto la presenza di più sedi scolastiche statali al sud che al nord, eccetto per quanto riguarda la scuola elementare. Ma questo è un parametro scarsamente significativo se preso da solo, cioè se non si considera il numero di alunni che frequentano le scuole e quindi il numero di classi. Ebbene, anche limitandoci alla scuola secondaria, notiamo che al sud vi sono complessivamente più classi e anche più alunni, specie nelle scuole secondarie di secondo grado. Interessante è infine la distribuzione a livello regionale: ci sono più scuole secondarie e relativi alunni in Puglia che in Veneto, solo per fare un esempio, e più in Sicilia che nel Lazio.
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