“Ho sempre pensato che la scuola fosse fatta prima di tutto dagli insegnanti. In fondo, chi mi ha salvato dalla scuola se non tre o quattro insegnanti?” È questa una tra le frasi più ricorrenti e conosciute pronunciate da Daniel Pennac, docente di francese prima, scrittore di successo internazionale poi, molto amato in Italia, dove è spesso invitato a eventi e manifestazioni. E proprio lui, il creatore della famiglia Malaussène e delle sue avventure, sarà l’ospite d’onore del convegno ‘Didattiche.2024’, al Palacongressi di Rimini il 15 e 16 novembre. Organizzato dalla casa editrice Erickson, il convegno, alla sua quinta edizione, sarà l’occasione – si legge sul sito dedicato – per riflettere sui molteplici significati dell’innovazione e della promozione di una didattica efficace per tutti e tutte.
A Rimini si ragionerà, dunque, su come una scuola davvero innovativa debba operare per potere dare a ognuno gli strumenti per realizzare un proprio progetto di vita, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze individuali.
Perché innovare la didattica non significa – secondo gli organizzatori del convegno – ricercare nuove metodologie e strumenti fini a stessi, ma sviluppare approcci, metodologie e strumenti utili ad accrescere la qualità dei processi educativi che la scuola promuove.
Due giornate che ,leggendo il programma, appaiono ricche di proposte per insegnanti, dirigenti scolastici, pedagogisti, educatori e per tutti coloro che operano all’interno del contesto scolastico.
Di particolare interesse l’intervento di Pier Cesare Rivoltella, dal titolo, ‘Venti idee didattiche neuroscientificamente fondate’. Rivoltella, infatti, è uno tra gli studiosi più conosciuti in Italia e all’estero: professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’educazione presso l’Università di Bologna, è il fondatore e l’attuale presidente della SIREM (Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale). Fa parte del comitato scientifico di diverse riviste specializzate, in Italia e all’estero e ha al suo attivo oltre 500 pubblicazioni scientifiche.
Così come un altro specialista di fama internazionale è Dario Ianes, docente di Pedagogia e Didattica speciale alla Libera Università di Bolzano e fondatore delle Edizioni Centro Studi Erickson di Trento, che parlerà sul tema ‘Metodo Analogico: alleggerire, interessare, imparare. 30 anni di didattica nelle classi’, insieme a Camillo Bortolato, creatore del metodo analogico che porta il suo nome.
Tre le parole-chiave del convegno: avere cura, orientare, liberare. Cura dei valori fondamentali della scuola, del benessere di alunni, alunne e insegnanti, della bellezza dell’imparare e delle parole che si usano; orientare le scelte e i percorsi di vita, perché per tutto l’arco della vita scolastica, la scuola compie una profonda azione di orientamento tramite la didattica orientativa e la relazione educativa; liberare, infine, i saperi, le energie, le risorse, l’autonomia, le passioni, i movimenti, le relazioni, superando le tante pastoie e vincoli, burocratici e non, che spesso inceppano i meccanismi virtuosi di ciò che davvero conta a scuola: come dice Pennac, il rapporto educativo docenti-allievi.
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