Hanno dunque preso il via gli Esami conclusivi del I ciclo d’Istruzione.
Le scuole hanno calendari autonomi ma nella maggior parte degli istituti la partenza ufficiale è scattata lunedì 12 giugno con lo scritto di italiano, in attesa della Prova nazionale Invalsi che si svolgerà giovedì 15 giugno.
In base ai dati ufficiale emessi dal ministero dell’Istruzione, i candidati all’esame sono oltre 560.000 fra studentesse e studenti. Mentre le classi coinvolte sono più di 31.000.
Gli scritti sono elaborati dalle commissioni, fatta eccezione per la Prova Invalsi di metà mese che verterà su due discipline (italiano e matematica) e sarà identica su tutto il territorio nazionale.
“Gli Esami conclusivi del I ciclo sono un momento di sintesi e di passaggio molto importante nella vita delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. A chi sta sostenendo le prove in questi giorni va un caloroso in bocca al lupo. Un grande ringraziamento va poi alle docenti e ai docenti che hanno accompagnato studentesse e studenti nel loro percorso di preparazione e che sono al loro fianco durante questi Esami”.
Quest’anno gli Esami di terza si svolgono per l’ultima volta con le modalità attuali.
Dal prossimo anno scolastico, il 2017/18, entrerà in vigore quanto previsto dai decreti attuativi della Buona Scuola.
Tra un anno, quindi, l’esame si baserà su tre scritti e un colloquio, mentre oggi le prove sono quattro più l’orale.
Nel nuovo esame ci saranno: una prova di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza.
Un’altra novità, attuata sempre nel 2018, riguarda la prova Invalsi: si svolgerà nel corso dell’anno scolastico e non varrà più come prova d’esame.
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L’Ansa ricorda che sono due “le condizioni essenziali” per essere stati “ammessi all’esame: aver frequentato almeno tre quarti dell’orario annuale e una votazione di almeno 6 decimi in tutte le materie, condotta inclusa. I candidati devono affrontare un pacchetto di prove scritte (italiano, matematica, inglese, seconda lingua comunitaria, la prova Invalsi) e un colloquio orale”.
Lo scorso anno è stato ‘licenziato’ il 99,8% degli studenti (in Umbria e Valle d’Aosta il 100% mentre mentre le regioni con i tassi più bassi risultano Sardegna e Sicilia rispettivamente con 96,4% e 96,6%).
Considerando poi che a essere ammesso all’esame era il 97,6% dei ragazzi di terza media, sono stati davvero pochi quelli che non ce l’hanno fatta. Inoltre, sempre nel 2016, quasi uno studente su 10 ha conquistato il massimo: il 5,8% dei promossi arrivando a un bel dieci, il 3,5% ottenendo addirittura la lode.
Un altro 16,8% ha preso un gratificante nove mentre il 22,7% ha strappato l’otto alla commissione. A fermarsi al 7 è stato il 27,1% degli esaminati e solo un quarto degli idonei ha ottenuto una sufficienza risicata: a prendere 6 è stato il 24,1% del totale.
La prova più temuta, secondo i sondaggi della vigilia, è l’orale – 31% – nonostante la “cattiva fama” goduta dall’Invalsi che viene indicata come la più difficile dal 25% degli studenti.
Nei fatti e dati alla mano, tuttavia, la prova con i voti medi più bassi (sempre all’esame 2016) è stata proprio il test Invalsi (6,9); mentre il colloquio è quello che ha fatto fare la figura migliore agli studenti (7,8 il voto medio).
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