Categorie: Generico

Al via i contratti pubblici

La vicenda dei contratti del pubblico impiego è ad una svolta: nella giornata di venerdì 6 maggio il Consiglio dei Ministri ha dato incarico al ministro della Funzione Pubblica Baccini di chiudere al più presto la trattativa in  corso.
Più di un componente del Governo ha annunciato che i sindacati saranno convocati in tempi rapidissimi, lo stesso Baccini ha parlato di martedì o addirittura lunedì.
Sulle cifre disponibili non c’è molta chiarezza: al termine della riunione del Governo Baccini dichiara che il collega del Tesoro Domenico Siniscalco sarebbe disponibile ad andare al di là dei 95 euro considerato finora un limite insuperabile.
Ma a far sbollire gli entusiasmi, ci pensa il Presidente del Consiglio in persona che, in serata, afferma: "Oltre 95 euro? Vedremo".
Cauti i commenti dei sindacati che preferiscono aspettare almeno la lettera di convocazione.
In effetti già un mese e mezzo fa, a pochi giorni dal voto regionale, il Governo aveva garantito una rapida chiusura ma al tavolo contrattuale le proposte erano state considerate "fumose" e poco attendibili da tutti i sindacati.
Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente anche perché alla base della decisione assunta dal Consiglio dei Ministri c’è un accordo politico raggiunto dalla maggioranza.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo secondo il quale il rinnovo contrattuale di 3 milioni di dipendenti statali non può in alcun modo mettere a rischio i conti pubblici.
"Negli ultimi anni
– ha dichiarato Montezemolo – nel settore pubblico c’è stato un aumento esponenziale delle assunzioni. Adesso bisogna operare scelte che premino la meritocrazia evitando gli aumenti generalizzati".
Alla fine falchi e colombe potrebbero trovare un accordo che consenta di rispettare i limiti imposti dalla legge finanziaria e al tempo stesso di superare il tetto dei 95 euro di aumento: gli aumenti contrattuali potrebbero essere scaglionati e rinviati almeno in parte al 2006.
Ipotesi che i sindacati considerano al momento del tutto inaccettabile, ma che potrebbe essere un modo per evitare gli strali della Corte dei Conti che proprio nei giorni scorsi ha messo in evidenza le condizioni di grave sofferenza dei conti pubblici.

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

Il mercato dell’istruzione: il bonus alle scuole private è ideologia

Il bonus da 1.500 euro per genitori che vogliono iscrivere i figli alle scuole paritarie,…

20/11/2024

2 milioni di bambini in Italia soffrono di disturbi mentali

Circa 2 milioni di ragazzi italiani di età compresa tra i 10 e i 20…

20/11/2024

Ma (a che) serve l’IA nella scuola?

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…

20/11/2024

Studenti-teppisti fotografano la targa dell’auto dei loro prof: l’obiettivo è accanirsi sulla carrozzeria? Parla la preside del liceo Salvemini di Bari

Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…

20/11/2024

Da manager docente precario, immesso in ruolo a 63 anni dopo un decennio di supplenze: un caso non raro

Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…

20/11/2024

Autonomia differenziata: la bocciatura della Corte costituzionale

La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…

19/11/2024