Verrà firmata nei prossimi la direttiva ministeriale sulla valutazione dei dirigenti scolastici che oggi 6 maggio è stata illustrata dai tecnici del Miur alle organizzazioni sindacali.
Cosa cambierà con l’entrata in vigore della direttiva?
“In agosto, quando firmeranno il loro contratto– spiega il Ministero – i dirigenti scolastici troveranno inseriti in questo documento gli obiettivi di miglioramento che saranno di tre tipi: ci saranno obiettivi generali individuati dal Ministero, obiettivi legati alle specificità del territorio individuati dagli USR e obiettivi specifici sulla scuola che deriveranno dal RAV (il Rapporto di autovalutazione) dell’istituto che il dirigente dovrà guidare”.
Ma la faccenda potrebbe non essere così semplice perchè i contratti dei dirigenti sono triennali e quindi solo coloro che hanno il contratto in scadenza perchè quello attuale risale al 2013 dovranno firmare un nuovo contratto.
Successivamente un apposito nucleo di esperti compilerà la valutazione dei dirigenti con un esito che potrà andare dal mancato raggiungimento degli obiettivi al completo raggiungimento che corrisponderà ad una valutazione ‘eccellente’.
E, dall’anno prossimo, l’esito della valutazione sarà utilizzato per la retribuzione di risultato dei dirigenti che attualmente arriva nel migliore dei casi a 3.500-4mila euro annui (per la maggior parte dei dirigenti pubblici questa “fetta” di stipendio e 10 volte più alta).
Obiettivo dell’operazione – afferma il Ministro – è quello di sostenere la crescita professionale dei dirigenti scolastici e, di conseguenza, il miglioramento della comunità scolastica in cui operano.
Non tutti però sono così convinti che si tratti di una svolta decisiva.
L’Associazione nazionale presidi, per esempio, non condivide affatto le ultime decisioni del Ministero in materia di RAV e PTOF che – a partire dal prossimo anno – dovrebbero seguire una tempistica diversa.
“Ma non si può costruire una cultura della valutazione tessendo una tela di Penelope”, protesta il sindacato di Giorgio Rembado.