In Italia oltre mille istituti scolastici autonomi sono privi del loro dirigente scolastico: formalmente, per la loro gestione quotidiana vengono assegnati in reggenza, quindi ad un preside di un altro istituto; nei fatti, però, a gestirli sono dei docenti “prestati” ad un ruolo superiore. Solo che questi insegnanti continuano anche a fare lezione e a fine anno percepiscono compensi a dir poco inadeguati per il loro enorme lavoro aggiuntivo. Sarebbe allora il caso di esonerare dall’insegnamento questi docenti, i cosiddetti “vicari”, ma anche introdurre indennità più pesanti e fisse, andrebbe bene uno stipendio pieno in più l’anno, considerando che operano con deleghe amministrative e organizzative per conto del dirigente scolastico. La richiesta arriva da Daniela Rosano, segretario generale Anief, che ha partecipato alla Camera a una audizione sul tema dei vicari e delle scuole in reggenza: la sindacalista ha chiesto, a nome del suo sindacato, l’introduzione di una prima forma di middle management, quindi “una carriera adeguata che preveda un inquadramento professionale”, l’avvio di una carriera per le figure di insegnamento che si assumono responsabilità enormi in cambio di compensi forfettari a dir poco inadeguati.
Rosano, oggi la figura del vicario non ha molte garanzie da un punto di vista né economico né di inquadramento: cosa avete chiesto durante l’audizione alla Camera?
La nostra proposta mira a reintrodurre l’esonero nelle scuole reggenza: la prima criticità però è intanto nel fatto che le scuole che potranno essere coperte da questo esonero saranno soltanto quasi 400 su più di 1.100 scuole che adesso sono in reggenza; poi, un altro problema è che questa misura vuole soltanto reintrodurre l’esonero, ma non prevede indennità aggiuntive per il personale che svolge funzioni intermedie, per i cosiddetti quadri intermedi, i quali hanno anche perso un’indennità nel 2012. La posizione dell’Anief è dunque quella di voler reintrodurre l’indennità per questo personale che svolge una delicata complessa funzione, perché ha delle deleghe amministrative e organizzative per conto del dirigente scolastico e spesso svolge molte più ore di lavoro rispetto ai colleghi.
Quante possono essere le unità di personale coinvolte in questo delicato compito, che si prendono responsabilità enormi a fronte di compensi davvero bassi?
Parliamo di quasi 20.000 unità, perché sono 8.000 le unità scolastiche: si tratta di almeno due collaboratori del dirigente scolastico, oltre a fiduciari dei plessi e responsabili che solitamente non ricevono lo stipendio adeguato. Quindi, la nostra posizione è quella di creare una carriera adeguata con un inquadramento professionale e quindi una previsione normativa e contrattuale che inquadri tutto questo personale.
I dirigenti e le scuole, nel frattempo, continuano a subire le influenze negative dal cambio continuo di precari, docenti e Ata, che si interscambiano in ogni scuola: qual è la situazione?
È un fenomeno che rende impossibile garantire la continuità didattica. Le scuole iniziano veramente l’anno scolastico, con i Consigli di classe al completo, solo “a dicembre-gennaio. Basta dire che a tutt’oggi vediamo pubblicare bollettini di supplenze dell’Ufficio scolastico provinciale e questo fa supporre che ci siano ancora posti scoperti, privi di titolare, che devono ricevere appunto l’attribuzione di un supplente.
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