Sulla questione degli albi territoriali previsti dal ddl 2994 si è già detto di tutto e di più.
A partire dal rischio che anche i docenti in ruolo da molti anni perdano la titolarità sulla propria sede fino all’eccessivo potere, che secondo alcuni potrebbe sconfinare nell’arbitrio, dei dirigenti scolastici.
Ma cosa dice di preciso la norma? Vediamo.
Secondo quanto prevede l’articolo 7 del ddl il dirigente scolastico, per coprire i posti di organico, attinge all’albo territoriale e attribuisce incarichi triennali rinnovabili.
Questo significa che allo scadere del triennio, l’insegnante “chiamato” dal dirigente X presso la scuola Y può essere confermato o meno. Se non viene confermato ritorna nell’albo territoriale in attesa di essere chiamato da un altro dirigente (o magari proponendosi in prima persona ad altra scuola).
Molti temono che in tal modo i docenti finiascano in balia degli umori e delle simpatie del dirigente scolastico.
Ma a noi pare che il problema sia molto più serio.
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Facciamo un esempio: arrivato al termine del triennio, se l’insegnante X è ben accetto dalle famiglie il dirigente avrà non pochi problemi a non rinnovargli l’incarico perchè dovrà spiegare ai genitori per quale motivo il docente viene “rinviato” all’albo territoriale con conseguente interruzione della “continuità didattica” (il problema sarà ancor più complicato se si tratta di un docente di sostegno).
Ma se, al contrario, un insegnante non è particolarmente gradito alle famiglie (magari perchè è troppo severo e non è molto disposto a tollerare intemperanze e maleducazione degli alunni) il dirigente potrebbe risolvere facilmente il problema evitando di rinnovare l’incarico.
Insomma, a noi pare che le norme sugli albi potrebbero mettere i docenti non tanto in balia dei dirigenti scolastici quanto piuttosto delle famiglie e dei genitori. Se questo servirà a migliorare la qualità della scuola lo vedremo, anche se, per la verità, noi nutriamo molti dubbi.