Fra le disposizioni contenute nel ddl sulla scuola quella che istituisce gli albi territoriali e la chiamate dei docenti da parte dei dirigenti scolastici sembra essere quella che preoccupa maggiormente i sindacati e gli stessi docenti.
Il timore diffuso è che il dirigente scolastico possa chiamare i docenti e assegnarli ai plessi e alle classi in modo poco trasparente se non addirittura clientelare.
Tanto che – stando alle notizie che arrivano dal Parlamento – questo sarebbe proprio uno degli articoli del provvedimento ad essere oggetto degli emendamenti più significativi.
Ad ogni modo è bene ricordare alcuni principi generali del nostro ordinamento giurdico e alcune norme già adesso non consentono comportamenti arbitrari e clientelari.
Intanto va detto che, come ogni altro atto amministrativo, il provvedimento di assegnazione ai plessi e alle classi deve essere sempre adottato in modo scritto e con adeguate motivazioni, soprattutto se l’assegnazione viene fatta in modo difforme rispetto all’eventuale richiesta dell’insegnante.
E’ bene ricordare in quest’ultimo caso la mancanza di motivazione potrebbe rendere nullo l’atto stesso.
Non bisogna neppure dimentica che secondo le norme attualmente in vigore il dirigente le assegnazioni devono essere fatte nel rispetto dei criteri definiti dal consiglio di istituto (TU 297/94, art. 10, comma 4) e sulla base delle proposte del collegio dei docenti (TU 297/94, art. 7, comma 2 lettera b).
Ora va detto che queste due disposizioni non sono mai state modificate da norme successive e non vengono messe in discussione in nessun passaggio del disegno diai legge.
Pertanto, stando alla lettera delle norme in vigore e di quanto previsto dal ddl 2994, anche in futuro l’assegnazione del personale docente dovrà essere effettuata con un provvedimento scritto adeguatamente motivato, nel rispetto dei criteri stabiliti dal consiglio di istituto e delle proposte del collegio dei docenti.