«Cosa farai dopo il diploma?” Una domanda semplice, banale, ricorrente. Quante volte l’avremo fatta ai nostri studenti, parenti, ai figli dei nostri amici? Eppure, non pensiamo quasi mai che potremmo avere di fronte un ragazzo o una ragazza a cui questa domanda – apparentemente innocua – apre un abisso di ansia e di paura. Ne è convinto Giulio Costa, psicologo e psicoterapeuta, che nel suo ultimo saggio, La disciplina dell’imperfezione, edito da Sperling&Kupfer, naviga tra le nuove fragilità contemporanee, come recita il sottotitolo. Intervistato dal quotidiano La Stampa, Costa spiega che il recente caso della diciottenne di Monza morta dopo una festa per un mix di farmaci e alcol, non è un “semplice” fatto di cronaca ma la preoccupante punta di un iceberg, di una montagna sotterranea formata da insicurezze, sfaldamento del tessuto familiare, solitudine, mancanza di autostima, sfiducia nel futuro. Spesso i comportamenti provocatori e oppositivi dei giovanissimi sono proprio uno scudo per mascherare le proprie ansie, per tenere a bada quel mostro che si chiama “aspettativa sociale”, la paura di deludere genitori e insegnanti, il terrore di diventare adulti, la scelta da effettuare dopo la maturità.
Ecco che l’alcol e gli psicofarmaci si trasformano, agli occhi dei nostri ragazzi più fragili, in armi efficaci per combattere tutti i loro fantasmi. Sulla base dei dati forniti dallo psicoterapeuta, la percentuale di chi fa uso di farmaci tra i 15 e i 19 anni è passata dal 7 all’11% in un solo anno. I più ricercati sono gli antidolorifici oppioidi, che i giovani assumerebbero per anestetizzare un dolore psichico. L’alcol – continua Costa – non è da meno, anzi. È la prima causa di mortalità tra i giovani fino a 24 anni e nella penisola sono almeno 30.000 l’anno i decessi per cause correlate a questa sostanza.
Alla luce di questi dati, evidentemente molto preoccupanti, è confortante constatare che gli emendamenti al Decreto Milleproroghe in materia di potenziamento dell’assistenza psicologica, psicoterapica e per la promozione del benessere psicologico nella scuola prevedono di rendere strutturale e potenziare il bonus psicologico e la figura dello psicologico scolastico, con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascun provvedimento nel 2023, che diventeranno 30 milioni a partire dal prossimo anno.
Dopo la pandemia, come sappiamo, le fragilità si sono accentuate: il sistema pubblico non riesce a rispondere a tutte le richieste di aiuto e quello privato è troppo costoso per molte famiglie. Intervenire a monte in un sistema privilegiato e protetto come la scuola, con un osservatorio psicologico permanente in ogni istituto, potrebbe essere la chiave di volta per dare una risposta efficace al disagio di molti adolescenti.
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