Nei giorni delle festività natalizie e d’inizio d’anno, gli italiani sono stati colpiti da diverse tragedie stradali con giovani vittime, le cui famiglie sono cadute nella disperazione.
È avvenuto a Roma, dove hanno perso la vita le 16enni Gaia e Camilla; a Lutago, dove sette turisti tedeschi ventenni sono stati travolti; a Senigallia, dove due giovani amiche francesi sono state investite e uccise appena uscite da una discoteca.
In tutti gli incidenti i guidatori, anche loro giovani, sottoposti all’alcol test, hanno fatto riscontrare un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti, anche di quattro volte.
Inoltre, è al vaglio degli inquirenti l’ipotesi che chi era al volante possa essere stato in qualche modo “distratto” dall’uso dello smartphone.
Anche perché l’utilizzo del telefono cellulare alla guida risulta essere, insieme all’alta velocità, la principale causa di incidenti stradali.
Ma cosa si può fare per arginare un fenomeno così pericoloso e che anche le statistiche indicano in crescita?
Sicuramente, uno dei provvedimenti più richiesti è quello dell’inasprimento delle pene. A questo proposito, nei prossimi giorni la Camera si appresta ad esaminare e votare una serie di modifiche al Codice della Strada proprio per migliorare la sicurezza.
Tra le nuove norme per la sicurezza c’è un inasprimento delle multe per chi guida con lo smartphone: si passerebbe dagli attuali 422 euro a 1.697 euro, con sospensione della patente fino a tre mesi in caso di recidiva.
Viene poi introdotto l’obbligo di cinture di sicurezza per gli scuolabus, a partire dal 2024, e la distanza di sicurezza laterale di 1,5 metri quando si supera una bicicletta.
Il testo contiene poi alcune misure pensate per la sicurezza stradale nelle città, per esempio l’istituzione da parte dei Comuni delle Zone scolastiche, vale a dire le strade intorno alle scuole in cui limitare la velocità a 30 chilometri orari, almeno durante gli orari di entrata ed uscita. C’è anche la possibilità di attraversamenti pedonali rialzati ad altezza marciapiede, con conseguente rallentamento delle auto; o ancora la possibilità per i Comuni di fare uso delle bande sonore sulle strade per far rallentare la velocità.
Disco rosso, invece, alla proposta firmata dall’intero gruppo della Lega di elevare da 130 a 150 il limite nelle autostrade a tre corsie.
Tuttavia, tra la maggior parte dei parlamentari trapelano diversi dubbi sull’efficacia di tali disposizioni, se non altro perché in passato non hanno portato a risultati tangibili.
Secondo Vincenza Labriola (Fi) servirebbe maggiore presenza della Polizia sulle nostre strade.
“C’è una sensazione di frustrazione – ha detto la vicepresidente della Commissione Deborah Bergamini (Fi) – sulla carta ci sono già tutte le sanzioni e le fattispecie, eppure non si riesce a far diminuire questi episodi”.
Bergamini chiede quindi di “investire in campagne di sensibilizzazione, perché non si può imporre per legge di tenere alla propria vita”.
A credere molto nell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione sono anche gli psichiatri.
Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), intervistato dall’Ansa, ha detto che contro il fenomeno sempre più diffuso degli incidenti e investimenti dovuti anche al consumo di alcol sono necessarie campagne di comunicazione, indirizzate ai giovani, “più forti e di impatto”.
Largo, quindi, ad immagini shock di incidenti stradali causati dalla guida sotto l’effetto dell’alcol, con vetture accartocciate ed i segni visibili delle tragedie, ben in vista sulle bottiglie di vino, alcolici e lattine di birra.
Bisognerebbe replicare il concetto espresso dalle immagini sui pacchetti di sigarette, con gli effetti dei tumori e la scritta ‘il fumo uccide’.
L’aspetto più importante è “comunicare con i ragazzi” quanto “sia necessario utilizzare i mezzi e le figure a loro più vicini”.
“Le campagne di comunicazione per sensibilizzare i giovani a non guidare se hanno assunto alcol sono e restano fondamentali. Andrebbero anzi – sottolinea Zanalda – rafforzate ed estese maggiormente nelle scuole e nei luoghi di divertimento“.
Per il presidente Sip, “bisogna anche considerare che oggi una parte dei giovani legge poco ed è spesso lontana dai canali di comunicazione ‘ufficiali’. Per raggiungere questa quota di ragazzi è quindi cruciale puntare su ciò che utilizzano e consumano, e le lattine di birra o le bottiglie di vino sono sicuramente tra i loro beni di consumo”, chiarendo che anche “assumere alcol anche in quantità ridotte può avere effetti devastanti se ci si mette alla guida di un’auto”.
Quindi, i messaggi ‘soft’ non bastano più e sono necessari messaggi “forti” che, rileva Zanalda, “veicolino l’unico messaggio ‘se bevo non guido’, con campagne appetibili e che si adeguino anche ai trend e alle mode giovanili del momento”.
Secondo Zanalda i “giovani che hanno causato incidenti perchè in stato di ebbrezza, e che oggi pagano per questo” sarebbe importante che si riuscisse a farli “diventare i testimonial di una campagna per dire ai loro coetanei cosa ha significato per loro questa esperienza: ciò potrebbe essere un forte deterrente per molti, così come utilizzare volti vicini ai ragazzi a partire dai rapper per far passare tali messaggi”.
Il vero problema è che “è sempre più di moda divertirsi sballandosi con sostanze ed alcol, ma sotto l’effetto dell’alcol c’è una sottovalutazione del rischio, e ciò per l’effetto di euforia indotto dal rilascio di dopamina. Questo può portare ad avere effetti pericolosi”.
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