Nel Piano Triennale Integrato della Performance, della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, dell’INVALSI, per il periodo 2016/2018 emergono dati interessanti che evidenziano lo stato delle cose di questo Ente ed alcuni elementi programmatici.
I tre principali filoni delle attività istituzionali sono i seguenti: 1) Prove nazionali (censuarie sui livelli scolastici 2, 5, 8, 10 e, a regime, 13); 2) Indagini internazionali (principalmente nell’ambito dei programmi OCSE-PISA e IEA); 3) Valutazione delle scuole (autovalutazione e visite dei nuclei per la valutazione esterna). Tali attività sono finanziate, o almeno dovrebbero esserlo, con fondi nazionali strutturali.
Finanze:
Nel documento si legge anche che “al momento l’Istituto dispone delle seguenti fonti di finanziamento statale: – Parte del Fondo ordinario attualmente fissato in 5,39 mln di euro annui; – Finanziamento straordinario ex articolo 1, comma 134, della Legge 190/2014 (Finanziaria 2015) pari a 10 mln di euro per il solo anno 2015; – Finanziamento pluriennale straordinario ex articolo 1, comma 144, della Legge 15 luglio 2015, n. 107 (cosiddetta legge sulla Buona scuola) pari a 8 mln di euro annui per gli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Le attività di ricerca sono finanziate principalmente: Da parte del Fondo ordinario attualmente fissato in 5,39 mln di euro annui; – Da progetti affidati dall’Autorità di Gestione delle programmazioni Pon a valere su fondi FSE e FESR; – Da progetti delle programmazione Pon direttamente richiesti dall’Istituto con candidatura diretta; – Dalla Commissione Europea attraverso grant o altri finanziamenti da acquisire attraverso procedure selettive; – Da altri soggetti pubblici e privati. E sarebbe interessante sapere quali sono i finanziamenti privati, la consistenza e da chi vengono posti in essere.
Informazioni che vanno integrate con quelle indicate nel bilancio, ove si legge che “Il funzionamento annuo a regime dell’INVALSI richiede un finanziamento complessivo pari a 21.840.000,00 euro di cui 15.960,00 per il proprio funzionamento ordinario e la realizzazione delle attività istituzionali e di 5.880.000,00 per la realizzazione delle attività di ricerca. L’attuale stima dei coti relativi all’attività di ricerca è limitata ai costi relativi ai primi due progetti che sono stati già presentati all’Autorità di gestione. A questi primi due progetti si prevede ne possano seguire altri 2-3 per un totale approssimativamente stimato di 15,6 milioni l’anno.”
Fabbisogno personale:
Sulla questione personale emerge che “da ormai tre anni il C.d.A. ha deliberato un fabbisogno di personale pari a 100 unità che è ancora all’esame dei ministeri competenti ad esprimere il loro parere (Dipartimento per la Funzione Pubblica e Ministero dell’Economia e delle Finanze). Data l’assoluta insufficienza dell’organico, l’istituto ha dovuto ricorrere sempre più spesso al reclutamento di personale a tempo determinato e a collaboratori autonomi. Malgrado l’indispensabile norma “di salvataggio” finanziario dell’Istituto inserita nella Legge di stabilità 2015, il quadro normativo, e in particolare le previsioni sulle risorse umane e finanziarie su cui l’Istituto può fare affidamento, rimangono fonte d’incertezza sistemica per l’operato dell’Istituto.
Va ricordato che l’Istituto può contare su soli 31 dipendenti a tempo indeterminato (ed attualmente 58 a tempo determinato) e potrà presto attivare le procedure per l’assunzione di 3 unità di personale a tempo indeterminato a fronte di una pianta organica di 42 dipendenti e di un fabbisogno di personale che nel PTA quantificato in 100 dipendenti dal Consiglio di Amministrazione. Come già detto il Fondo ordinario attualmente assegnato all’INVALSI è pari a 5.390.000 euro. Nella relazione illustrativa al Bilancio di previsione per il 2016 viene evidenziato come il fondo ordinario è sufficiente per assicurare il funzionamento amministrativo dell’istituto ma non consente di coprire finanziariamente le attività istituzionali che sono affidate all’INVALSI.”
Alcune novità programmatiche:
Anche in questo documenti si afferma che “entro il 2017 si prevede l’estensione del sistema delle rilevazioni nazionali su base universale all’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado (con parziale differenziazione dei contenuti della prova per tener conto della pluralità di indirizzi scolastici esistenti). L’obiettivo specifico da realizzare è quello di condurre gradatamente tale prova tramite computer e di poter restituire il risultato della stessa anche ai singoli studenti.
Si fa presente che, a fini di semplificazione e alleggerimento dell’impianto esistente si è provveduto ad eliminare, già dall’a.s. 2013-14, la prova condotta nella prima classe della scuola secondaria di primo grado, mantenendo la prova del termine del ciclo primario, ma realizzando, per il momento in via sperimentale e su base campionaria, quella volta all’accertamento delle competenze sviluppate al termine della scuola primaria nelle prime settimane di scuola della prima secondaria di primo grado.
All’interno di tale processo inoltre sono in particolare da consolidare e, in parte da perseguire ex novo:
a. completamento della razionalizzazione dell’uso del campione controllato per la somministrazione delle prove INVALSI lungo la linea dell’esperienza già maturata dall’a.s. 2012-13, meglio precisando l’uso dei controlli casuali di seconda istanza, nelle classi campione e nelle altre, col fine di dissuadere da possibili anomalie in sede di conduzione delle prove, oltre che di meglio stimare l’entità di queste;
b. semplificazione e velocizzazione del processo di conduzione delle prove e di restituzione dalle scuole all’INVALSI dei dati degli elaborati da analizzare. Consolidando l’esperienza 2013 di restituzione dei dati degli elaborati all’INVALSI tramite una maschera elettronica, si intende tanto puntare alla predisposizione di maschere in grado di operare su diversi sistemi operativi (anche open source) quanto sfruttare tale canale per meglio monitorare le modalità di effettiva conduzione delle prove;
c. estensione dell’ancoraggio (entro l’anno scolastico 2015/16) anche alla seconda primaria e alla seconda secondaria di secondo grado;
d. migliore garanzia della riservatezza (privacy) nelle risposte fornite dagli studenti al questionario di contesto anche per potere così meglio rilevare (anche a fini di loro utilizzo nei processi di autovalutazione e valutazione esterna previsti dal Regolamento SNV), sia pure indirettamente, il “clima” esistente nelle diverse scuole e in particolare la presenza di situazioni di benessere e/o disagio. Allo stesso fine, e sempre in collegamento con quanto si prevede di effettuare ai sensi del Regolamento SNV, utilizzo dei questionari docenti e scuola per meglio rilevare situazioni di benessere e/o disagio presenti a tale livello;
e. costruzione, sulla base di apposite convenzioni, di repository in rete e altri strumenti che consentano alle scuole di accedere a una item bank costruita per un uso continuativo e autonomamente definito di prove simili a quelle incluse nelle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti, oltre all’avvio di momenti di riflessione e ricerca-azione sulla didattica a partire dai risultati delle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti; f. avvio di una riflessione che possa portare, sull’arco di un triennio, a una revisione complessiva della rilevazione nazionale sugli apprendimenti posta all’avvio della scuola primaria”.