“La cultura non è entrata nel dibattito elettorale perché riflette le priorità della nostra classe politica”. Inizia così la lunga intervista del prof. Alessandro Barbero per Il Corriere della Sera.
Barbero riflette sul fatto di sfatare i luoghi comuni sulla cultura che non paga, commentando le parole di Orazio Carmina non dant panem: “I carmina il pane lo possono dare, ma è proprio che le classi dirigenti dell’occidente, in generale, non hanno come priorità quella di una scuola forte, di riconoscere il ruolo fondamentale degli insegnanti nel formare i cittadini di domani. Il motivo? Scuola e università insegnano a pensare con la propria testa”.
E sulla questione dei giovani e il lavoro, lo storico ha le idee chiare: ” Agli studenti dico: se i suoi hanno una farmacia, faccia quella facoltà e la erediti, se ha lo zio notaio scelga giurisprudenza. Ma se non c’è tutto ciò, segua quel che la appassiona. Si può anche fare l’insegnante”. E quando i giovani affermano che molti, attorno, dicono loro che se fai l’insegnante sei un poveretto e un morto di fame, Barbaro risponde: “a chi dice cose del genere, penso si debba sputare in faccia”.
La domanda del momento è: quando sarà possibile caricare le 150 preferenze per gli incarichi…
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