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Alessandro Barbero Napoli, fila di giovani per la lezione su Federico II: “Ragazzi poco attenti alla cultura e alla storia? Non è così”

Il celebre professore e scrittore Alessandro Barbero il prossimo 11 marzo alle 17,00, terrà una lezione pubblica su “Federico II tra storia e leggenda” a Napoli, organizzata nell’ambito delle Giornate di Divulgazione di F2Cultura per le celebrazioni degli 800 anni dell’Ateneo Federico II. L’appuntamento sta riscuotendo grandissimo successo, soprattutto tra i giovani, cosa che potrebbe risultare curiosa per qualcuno visto l’argomento poco “social” della lezione.

La Repubblica parla di una vera e propria corsa al biglietto, che ha addirittura spinto gli organizzatori a spostare la sede dell’evento dal teatro Mercadante al San Carlo, più capiente. La fila si è formata dalle prime ore del mattino di ieri, ancora prima che aprisse il botteghino. Anche lo stesso sito dell’Università Federico II di Napoli è andato in overbooking.

L’effetto-Barbero

Il canale Videoinformazioni News ha intervistato alcune delle persone in fila: “Fa piacere vedere i ragazzi che vogliono seguire storia, si parla spesso di ragazzi poco attenti alla cultura e alla storia, dimostriamo che non è così”, ha detto un giovane. Presenti non solo studenti di storia, ma anche, ad esempio, di ingegneria. “Il professore è entusiasmante, fa appassionare gli studenti alla storia, la spiega in modo meno pesante”, ha dichiarato una ragazza.

Le parole di Barbero sulla scuola

“Forse la prima cosa che dovremmo chiarire è che noi diciamo sempre la scuola, e invece la scuola è un mondo immenso, con diversità al suo interno gigantesche. Tanto gli studenti e ancora di più gli insegnanti possono essere persone di altissimo livello o persone mediocri; l’esperienza di andare a scuola può essere frustrante o può essere grandiosa nell’Italia di oggi”. Si è espresso così Alessandro Barbero due anni fa, in conversazione con due giovani rappresentanti degli studenti sul modello scolastico italiano attuale e su come possa essere migliorato.

“E se è vero – continua lo storico e accademico – che io vedo probabilmente il meglio delle scuole, perché frequento istituti che organizzano attività culturali, chiamano esperti esterni, e hanno forse insegnanti più consapevoli; è anche vero che, sempre, quando ho a che fare con la scuola e con gli studenti, io respiro, è l’unico posto dove non si parla di soldi e di profitto ma si pensa anche a qualcosa di più, all’essere umano, certe scuole sono posti così”.

E offre un monito per gli studenti e le loro proteste: “Siccome talvolta c’è una certa retorica sulla scuola che lascia intendere che questa sia inutile, che la scuola è una perdita di tempo, state attenti a non avallare questa idea che la scuola fa schifo e andrebbe capovolta, perché in questo nostro paese la scuola è spesso il posto migliore che ci sia, sebbene ciò non voglia dire che non si possa migliorare”.

Laura Bombaci

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