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Alfa: “Ero bravo a scuola ma alla maturità ho copiato. Ho letto Platone, al liceo mi era parso noioso e invece no”

Qualche giorno fa il cantante 23enne Alfa, al secolo Andrea De Filippi, è stato intervistato ai microfoni de La Repubblica. Nel corso del suo intervento il giovane, che ha abbandonato gli studi da medico, ha parlato di scuola, di paure della sua generazione, di disagio generazionale. Ecco le sue parole.

“Da un po’ di tempo ho iniziato a patire il fatto di aver abbandonato l’università per il successo: ho mantenuto il contatto con i compagni di studi ma le nostre vite sono molto diverse. Nel mio piccolo cerco di leggere il più possibile. Sono convinto, ad esempio, che per parlare d’amore ci sia bisogno di esperienza, non bastano le storie che ti raccontano gli amici. Dunque per scrivere l’ultimo album ho letto libri che spiegano questo sentimento. Fromm, Crepet, Il simposio di Platone che al classico mi era parso noioso. Invece no”, ha detto il cantante che ha registrato una nuova versione di Sogna, ragazzo, sogna con il suo idolo Roberto Vecchioni.

“Oggi mi manca la ritualità scolastica”

“Ero bravo a scuola. Ma confesso che alla maturità ho copiato: è stato l’unico anno con le tre buste stile quiz televisivo, eravamo tutti scontenti — studenti, professori — e abbiamo tirato via. Oggi mi manca la ritualità scolastica. Persino la disciplina. E ai ragazzi dico: godetevi gli anni dell’istruzione, perché entrare nel mondo del lavoro non sarà per niente facile”, ha confessato.

Ed ecco alcune parole sulle ansie della sua generazione: “Oggi l’amore è più egocentrico perché la mia generazione ha la grande fortuna e sfortuna di avere i social: siamo tutti più esposti, ansiosi, aggressivi nella nostra fragilità. Credo che da qui ai prossimi dieci anni ci sarà una specie di rivoluzione, perché la rabbia può arrivare solo fino a un certo punto. Mi aspetto un mondo in cui sarà bello dire sono vivo, non, finalmente, io prendo gli psicofarmaci perché fa figo. E credo anche che la mia generazione stia combattendo battaglie importanti per il clima e per la libertà sessuale. Temi che per noi sono praticamente già risolti, non per i nostri genitori. Insomma, non siamo sdraiati come tanti. Siamo solo più difficili da capire perché abbiamo nuovi mezzi di comunicazione”.

E, sul bullismo di cui è stato vittima: “Le persone che mi bullizzavano oggi mi seguono, vengono ai miei concerti con le loro compagne, sono miei fan. È stata una bella rivincita. Non ho più rabbia, perché l’ho sfogata con la musica, che mi ha fatto sentire di esistere nonostante ci fosse chi mi urlava il contrario. Se guardo una mia foto delle medie, tutto penso tranne che un giorno avrei riempito il forum di Assago. Però è successo. Se vuoi, puoi”.

Il duetto che ha colpito il mondo della scuola

Sulle note di “Sogna ragazzo sogna” abbiamo assistito a un viaggio generazionale bellissimo: la complicità tra docente e studente. Proprio il cantautore ed ex docente aveva raccontato di aver scritto quella canzone dedicandola ai suoi studenti e oggi, dopo tanti anni, arriva la risposta. Infatti, Alfa ha deciso di dare un finale alla canzone, rispondendo al prof con le sue strofe così da concludere un cerchio. Tutto ciò è valsa la standing ovation dell’Ariston.

E al mondo della scuola quel messaggio è arrivato. Infatti, tra i tanti ad aver condiviso il duetto c’è anche il prof Sandro Marenco che sul proprio profilo Instagram ha commentato commosso: “Grazie prof Vecchioni e grazie Alfa per avermi fatto vedere la mia scuola, quella che tanti insegnanti come me, come noi e tanti alunni come te, come voi, costruiscono ogni giorno”.

“Voglio essere l’anticool”

Alfa è spesso visto come un’alternativa alla sua generazione, lontano dall’universo dei trapper: “Io sono tutt’altro che risolto, ma ho un approccio diverso. Sono una persona che soffre e ha ansia come tutti, ma dopo il Covid ho avuto un modo di reagire diverso. Penso che ci sia tanto egocentrismo, le persone non riescono a uscire dai propri pensieri. Io per crescere in primis ho iniziato a osservare, essendo un timido”.

“Anche io ho sofferto di depressione dopo il successo improvviso delle prime canzoni. Ma ho trovato un modo di rimanere normale, mi sveglio ogni mattina grato alla vita perché faccio lavoro dei miei sogni. Sono grato a prescindere se le canzoni vanno bene o male. Io sono uscito da una certa logica, fare i numeri era il mio modo di esistere prima, ma col Covid si è fermato tutto. Oggi la musica ha il problema dell’estetica, la musica è solo estetica, l’occhio è più soddisfatto dell’orecchio. Io non voglio essere ‘cool’, io voglio essere l’’anticool’. Mi sono stancato di questi progetti che pensano solo ai vestiti, servono le canzoni per costruire una carriera. Devo molto ai miei genitori dal punto di vista pedagogico, mi hanno insegnato ad amarmi, così sei meno soggetto agli urti della vita”, ha concluso.

Laura Bombaci

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