Graduatorie

Algoritmo Gps, richiesta di accesso agli atti, dal Mim documentazione incompleta: Gilda-Unams ricorre al Tar del Lazio

Incompleta, insoddisfacente, inservibile. È la documentazione con cui il Mim ha risposto alla richiesta di accesso agli atti presentata il 27 settembre scorso dalla Federazione Gilda-Unams per conoscere il software, e dunque l’algoritmo, che ha gestito la procedura informatizzata delle nomine da Gps e che ha generato gravi criticità e numerosi contenziosi. La replica della Fgu è un ricorso al Tar del Lazio, avanzato attraverso lo studio legale Bonetti, per difendere i diritti di graduatoria dei docenti lesi dagli errori commessi dall’algoritmo nell’assegnazione delle supplenze.

“Dall’analisi effettuata da un nostro perito informatico – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams – è emerso che la documentazione fornita dal ministero è insufficiente per appurare le falle del sistema e che, di conseguenza, il riscontro alla nostra istanza di accesso agli atti risulta parziale. In pratica, non ci è stata consegnata tutta la parte strumentale necessaria all’analisi tecnica dell’intero software e dell’algoritmo che ne è parte integrante”.

“Alla nostra successiva richiesta di integrazione degli atti per avere i dati e gli strumenti necessari per testare la corretta funzionalità del sistema, – prosegue Di Meglio – il ministero ha risposto picche, ritenendo di aver già trasmesso tutto ciò che era necessario trasmettere”.

“Secondo noi, invece, – sottolinea l’avvocato Michele Bonetti – si tratta di una omissione da parte del Mim che non permette, così, di garantire adeguatamente il diritto di accesso agli atti amministrativi stabilito da una legge dello Stato in applicazione del principio di legalità e buon andamento dell’amministrazione dettato dell’articolo 97 della Costituzione”.

“Ricordiamo che, a causa del malfunzionamento della procedura informatizzata, molti docenti sono rimasti disoccupati nonostante ricoprissero le primissime posizioni in graduatoria, con evidenti danni anche da un punto di vista personale ed economico, oltre che professionale.  Dal software – sottolineano Di Meglio e Bonetti – sono dipese, e dipendono tuttora, le sorti di un gran numero di insegnanti italiani che non comprendono le motivazioni di un’azione amministrativa più volte impugnata e contestata in quanto caratterizzata da una totale schizofrenia. Ci auguriamo che il nostro ricorso al Tar induca il ministero a consegnare finalmente il software integrale e i relativi dati immessi nei sistemi. Soltanto così sarà possibile verificare se la procedura seguita sia corretta, e secondo le direttive ministeriali, e ripristinare i diritti lesi”.

Redazione

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