La scuola italiana torna sotto i riflettori per l’assegnazione delle supplenze, questa volta a causa di un algoritmo che ha penalizzato migliaia di insegnanti precari. Secondo quanto riporta Repubblica, il tribunale di Torino ha emesso una sentenza storica, condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire una docente di scuola secondaria con 4.568,69 euro. La causa? Un errore dell’algoritmo che, nell’anno scolastico 2021/2022, aveva assegnato alla supplente solo una mezza cattedra, bloccando per mesi la possibilità di ottenere un incarico completo.
L’obiettivo dell’algoritmo, nato per evitare assembramenti durante le convocazioni in epoca Covid, era quello di semplificare la gestione delle supplenze. Il sistema obbliga i docenti a scegliere le scuole in anticipo, quando ancora non si conoscono le disponibilità delle cattedre. Inoltre, non consente modifiche successive, penalizzando chi non ottiene subito un incarico completo.
Nel frattempo, i costi del sistema informatico continuano a gravare sulle casse pubbliche: ben 59 milioni di euro nel 2024. Mentre i precari, sempre più delusi, chiedono a gran voce un ritorno alle convocazioni in presenza, sperando che la gestione umana possa garantire maggiore equità.
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