Alimentazione a scuola: in Lombardia frutta e verdura al posto dello snack
Sensibilizzare i ragazzi verso una maggiore educazione alimentare incentivando il consumo di frutta e verdura a scuola: l’idea, trasformata in un vero e proprio progetto su scala regionale al via con il nuovo anno scolastico, è dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia ed è stata chiamata “Più frutta, più verdura”. L’iniziativa prevede l’introduzione, all’interno di un centinaio di istituti situati a Milano e nelle province di Brescia e Cremona, di una serie di distributori automatici che erogheranno confezioni contenenti proprio frutta e verdura al posto dei tradizionali snack composti da bibite e merendine. Il progetto e’ stato studiato insieme alle Province, all’ufficio scolastico della Lombardia, all’Associazione produttori ortofrutticoli e all’associazione che riunisce i gestori dei distributori automatici.
L’obiettivo principale è quello di incentivare il consumo prodotti alimentari genuini e non trattati attraverso una serie di interventi mirati a promuovere la conoscenza di questi prodotti, soprattutto alla luce dei dati preoccupanti resi noti in questi giorni dalla Confederazione italiana agricoltura, secondo la quale negli ultimi quattro anni in Italia il consumo della frutta ha avuto una flessione del 20%. Non solo: da una recente indagine Doxa emerge che il 30% dei ragazzi compresi tra i 6 e gli 11 anni non consuma frutta, il 20% non beve latte e il 50% non mangia verdura.
“Se questa disaffezione è motivata in particolare da un aumento dei prezzi – ha detto il vicepresidente e assessore all’Agricoltura lombarda, Viviana Beccalossi – è altrettanto vero che, soprattutto tra i più giovani, l’attenzione verso frutta e verdura è sempre meno costante. Per questo abbiamo deciso di intraprendere un percorso destinato, oltre che alla sensibilizzazione dei nostri figli, anche alla formazione degli insegnati con corsi mirati. Il nostro impegno – ha concluso Beccalossi – è anche un’assunzione di responsabilità per contrastare il diffondersi dell’obesità derivante da cattive abitudini alimentari in età scolare”.