Sono sempre di più gli italiani che emigrano all’estero per lavoro, in maggioranza maschi e trentenni. Complessivamente sono oltre 4 milioni, ma nell’ultimo anno ne sono partiti oltre 130mila..
La maggior parte resta all’interno dell’Unione europea, ma stanno aumentando coloro che raggiungono i paesi asiatici. Il flusso più forte è dal Sud e in modo particolare dalla Sicilia, mentre nell’ultimo anno sono in crescita le persone che emigrano dal Nord: Lombardia e Veneto, in particolare.
Non lasciano dunque, secondo l’indagine, solo i “cervelli”, anche se il 22% sono laureati e il 18% diplomati, visto che il 24,5% nel 2011 erano in possesso della sola licenza media inferiore.
Un dato che mette in allarme i ricercatori della Migrantes e che ricorda il periodo delle grandi migrazioni degli anni ’50. Dice il rapporto: “Ci si augura che non si abbia a che fare con flussi di giovanissimi che partono subito dopo la scuola dell’obbligo alla ricerca di un lavoro per aiutare le famiglie in forte difficoltà e disagio economico”.
Tuttavia, si chiedeva Giuseppe Fava, il giornalista e scrittore catanese ucciso dalla mafia nel 1984, cosa succederebbe se tutti gli emigrati all’estero decidessero di rientrare in Patria? E ancora: in quali condizioni politiche ed economiche sarebbe la Nazione se tutti costoro non avessero deciso di cercare la “Fortuna” fuori? Un sacrificio, quello dei tanti emigrati all’estero, che dovrebbe fare riflettere ogni giorno coloro che hanno in mano il destino di questa ingannevole Italia
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