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All’Ideario tutti per la digitalizzazione della scuola. E Profumo: istruzione interattiva

Fra le priorità segnalate dagli utenti che si sono iscritti Ideario primeggia la digitalizzazione della scuola.
“Il libro di testo, nella scuola italiana, è stato il pilastro della didattica e lo strumento di apprendimento per un’intera epoca storica: quella della stampa, della cultura di massa e del monopolio della conoscenza.
Con il digitale e la rete quest’epoca è finita: gli studenti usano computer, internet, tablet ed ogni dispositivo mobile collegato alla rete per comunicare, informarsi ed anche studiare.
Il cambiamento è dunque già in atto, prima di tutto nella testa degli alunni: per loro la conoscenza esiste solo nella forma condivisa, il testo è sempre aperto, il sapere è sempre costruito, smontato e rimontato, come in un collettivo ed infinito remix musicale.
La proposta dunque è questa: basta con i libri di testo di carta in adozione, che costano ogni anno 800 milioni di euro. Lo Stato investa invece in piattaforme e ambienti cloud collaborativi, con contenuti aperti, non proprietari, in licenza Creative Commons, restituendo il sapere didattico alla libera e pluralistica collaborazione di docenti e studenti, basata sulla conoscenza come bene comune.” 
Ecco Una delle tante proposte lette su Ideario.
E un altro utente: “Se i contenuti didattici prodotti dagli insegnanti fossero open source e caratterizzati da licenza Creative Commons, si potrebbero attivare collaborazioni e condivisioni fra istituti. Oltre ai libri, anche le lezioni andrebbero trasferite sulla nuvola. Si invita inoltre a spendere una riflessione sulla disparità dell’ Iva fra i volumi cartacei (4%) e quelli digitali (21%).”
E mentre il dibattito sulle nuove tecnologie applicate alla scuola ferve, il ministro Profumo dichiara a Repubblica: 
“L’istruzione interattiva è come il passaggio dal manoscritto al libro stampato. Un balzo in avanti dell’educazione. Un metodo democratico per allargare la base del sapere e selezionare meglio i giovani”. “I primi progetti di insegnamento online in Italia risalgono a una ventina di anni fa – spiega il ministro -. Uno degli obiettivi di tale insegnamento è allargare il bacino degli studenti. Negli Usa alcuni corsi hanno registrato 120 mila iscrizioni. Credo che un’iniziativa di portata simile a quella americana debba raggiungere almeno una dimensione europea per funzionare bene. Il punto di partenza esiste già: è il progetto “Erasmus for all”  previsto dall’ottavo programma quadro”.

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