Fin dalle prime dichiarazioni programmatiche del nuovo Governo, l’AIE si è resa conto che la scuola non sarebbe stata estranea a un deciso cambio di passo dell’azione politica, a maggior ragione se coerente con una visione strategica delle nuove tecnologie della comunicazione, anche didattica, che sia basata su dati certi, su stime economiche realistiche, su tempistiche compatibili, ma soprattutto su una concreta consapevolezza della situazione generale del Paese e di una seria rivisitazione degli strumenti necessari per fare di una scuola un po’ a macchia di leopardo, una Buona scuola.
Tanto più se questa prospettiva può contare sulla leale e responsabile alleanza con il mondo dell’editoria, che da sempre provvede agli strumenti di supporto allo studio scolastico e domestico. I”libri”, per intenderci, quale che sia il supporto su cui vengono fruiti: cartaceo, digitale, altro.
Il documento che l’AIE ha elaborato è la testimonianza concreta dello studio che gli editori scolastici hanno svolto negli ultimi mesi, prendendo in esame tutti gli aspetti del problema, come inevitabilmente si propongono con l’avvento del digitale: culturali, didattici, di politica dei prezzi, di attenzione alla funzione dei tetti di spesa, di politiche a favore dei capaci e meritevoli benché privi di mezzi, della doverosa preparazione degli insegnanti ai nuovi compiti, ed anche dei più ampi contesti operativi da predisporre per la buona funzionalità ed accessibilità degli strumenti, sia a scuola sia a casa, ed anche delle tempistiche per raggiungere i diversi obiettivi.
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