Secondo quanto ha spiegato il direttore della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti a Il Fatto Quotidiano: “Dopo la pandemia e l’inizio della guerra abbiamo notato un aumento sensibile di persone che lavorano e che hanno bisogno di noi: non riescono a pagare le bollette e si rivolgono alla Caritas perché hanno bisogno anche del pacco alimentare, dei farmaci“.
“Finita la crisi causata dal Covid la disoccupazione era diminuita, ma oggi registriamo un progressivo peggioramento: il lavoro, per molti, non è sufficiente e così ci troviamo in una situazione dove anche il ceto medio rischia di non potere andare avanti con dignità”.
“Persone che fino a ieri non avevano mai avuto bisogno di aiuto, abituati a fare dei sacrifici ma sempre autosufficienti, che però adesso rientrano a pieno titolo tra i nuovi poveri d’Italia. Sono famiglie di impiegati, commercianti, artigiani, titolari di piccole aziende, con casa in affitto o mutuo da pagare, che non riescono più a far quadrare i conti del bilancio familiare. Soprattutto nei grandi centri “dove il costo della vita era già alto”
“Se una famiglia è in difficoltà non può rinunciare a pagare l’affitto o le bollette, altrimenti si ritrova senza luce e senza gas, e allora spesso in tanti rinunciano a nutrirsi in modo sufficiente e a curarsi. Noi continuiamo a fare la nostra parte per come riusciamo, per quello che vediamo e con gli strumenti che possiamo mettere in campo”.
Dunque un variegato popolo di gente che non riesce più a tirare avanti e che se prima provava pudore a presentarsi alla Caritas, ora non trova altra alternativa e si mette in fila per un pasto caldo.
Senonché, alla nuova massa di persone bisognose, si sono aggiunti, come dichiara il Direttore, anche studenti universitari fuori sede che prima i genitori riuscivano a mantenere senza particolari problemi e adesso, invece, hanno molte difficoltà: “Non ricordo di avere mai visto uno studente universitario al centro d’ascolto prima d’ora”, sottolinea.
“In tanti non riescono più a dare una mano ai figli. Dire no ai figli è dura per i genitori. E parliamo di persone che lavorano e pagano le tasse. Ricordo i miei genitori che mettevano i soldi da parte. Adesso va bene quando non hai debiti e se non sei in mano agli usurai”.
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