Attualità

A scuola senza minigonne, rossetti e mutande in vista. La preside: “Basta permissivismo”

Con i primi caldi ecco arrivate le prime polemiche sul dress code scuola.

Tante scuole, ormai, promettono la linea dura e impongono ai propri studenti un abbigliamento consono al luogo che frequentano per buona parte della loro giornata.

Si infervora anche la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Centro Storico” di Moncalieri, Valeria Fantino.

Colpa del ventennio berlusconiano

Nelle due scuole medie dell’istituto comprensivo nella prima cintura di Torino, i ragazzi potranno entrare in classe solo indossando “un abbigliamento consono e rispettoso ad un luogo come la scuola”, afferma la preside a Skuola.net. Nuovo codice di abbigliamento proposto per i ragazzini: “Sono stufa, ormai la situazione è diventata incontrollabile. Lungi da me essere considerata retrogada o anti femminista, anzi, sono una fervente femminista, ma dalla libertà e dalla creatività del ’68 si è passati alla permissività del ventennio berlusconiano dove per aver successo bisogna mostrare seno e sedere. No, così non fa bene. Facciamo molto per il bullismo, ma bisogna insegnare ai ragazzi non solo l’educazione e il rispetto dell’altro, non solo l’educazione di genere, ma anche di luogo”.

Nei prossimi giorni l’idea sarà portata al tavolo del consiglio d’istituto: praticamente certa la sua approvazione: “Si deve favorire un minimo di rispetto e di buon gusto. Le pare normale che una ragazzina di 13 anni si trucchi come un’estetista di 30? I ragazzini non devono scimmiottare i grandi, devono avere le loro esperienze, ma capire che non serve avere i pantaloni strappati o le minigonne per avere successo. E in un colloquio di lavoro come faranno?”.

Anche i docenti siano d’esempio

Alla fine un richiamo anche i docenti: “Come possiamo essere d’esempio quando siamo noi i primi a non darlo. Purtroppo ci sono anche due-tre insegnanti che fanno lezioni con gonne corte. Capisco che non si possa pretendere pretendere giacca e pantalone, ma ricordo, ai colleghi, che insegnano a scuola, non sono in un pub o in una discoteca”.

Andrea Carlino

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