Quello che sembrava uno scherzo di pessimo gusto si è tramutato in un caso: in ben quattro scuole internazionali della Capitale, tra cui la Marymount, è scattato simultaneamente l’allarme bomba, in seguito alla ricezione di una mail minatoria. Lo riportano La Repubblica e Il Corriere della Sera.
Le scuole colpite, la Marymount, la St. Stephen’s School, la The New School Rome e la St George’s British, si sono viste recapitare, nelle prime ore del mattino di oggi, 4 aprile, una mail anonima contenente un’estorsione. Ecco il testo del messaggio, scritto in inglese: “Abbiamo installato più bombe nella tua scuola, sono state assemblate da personale militare. Sono fatte bene, nascoste nel tuo complesso e pronte per essere fatte scoppiare a distanza. Se veniamo a sapere che stai cercando di disattivarle, le facciamo scoppiare subito. Solo noi siamo in grado di renderle inoffensive se tu pagherai 100 mila dollari in bitcoin. Rispondi a questo indirizzo per avere le informazioni per pagare il riscatto. Se non riceveremo da te alcuna comunicazione al riguardo, capiremo che non sei collaborativo e faremo esplodere le bombe. Pagare è l’unico modo che hai per salvare delle vite, non metterci alla prova”.
Mail simili da giorni a Firenze
Non si esclude che siano stati coinvolti anche altri istituti europei. Già da venerdì, in alcune scuole fiorentine, sono arrivate alcune mail dello stesso tipo: “Abbiamo installato una bomba telecomandata nei vostri istituti, pagate 100 mila dollari in bitcoin oppure la facciamo esplodere”. Sul caso indaga la polizia, anche con la Digos, che dalle 8.30 di martedì mattina ha fatto evacuare tutti gli istituti coinvolti, dove c’erano oltre 2mila fra studenti, molti bambini, insegnanti e personale scolastico, mentre gli artificieri hanno proseguito per ore i controlli senza trovare alcun ordigno. La polizia postale sta seguendo la vicenda: il sospetto è che possa trattarsi di un attacco hacker in modalità mail non isolato ma diffuso.
In alcuni casi le scuole hanno interrotto l’attività per tutta la giornata, in altri invece, come alla Saint George’s, le lezioni sono riprese nel dopo scuola e i ragazzi hanno pranzato come sempre all’interno dell’istituto. In nessuna delle scuole sopracitate sono stati trovati ordigni esplosivi.
La comunicazione ai genitori
Come riporta Il Messaggero, stamattina la Marymount, frequentata da figli di ambasciatori e diplomatici ha comunicato così ai genitori degli alunni cosa stesse succedendo: “Abbiamo ricevuto una minaccia per la scuola. La forma è un’e-mail che minaccia di innescare la detonazione di dispositivi collocati nel campus. Il messaggio chiede soldi alla scuola. In consultazione con l’ambasciata degli Stati Uniti e la polizia, abbiamo effettivamente evacuato il campus e tutti sono al sicuro sul retro nell’area vicino alla Porta Cassia. Apprezziamo che questo sia un momento molto preoccupante per tutti voi. Faremo tornare a casa tutti i bambini il prima possibile. La Questura ci ha appena dato il nulla osta che potete venire a ritirare i vostri figli entrando dalla Porta Cassia. Coordineremo anche il servizio di autobus e ci metteremo in contatto con i dettagli al più presto”.