“Beppe Grillo ha detto che la crisi è peggio della mafia, ma finché sono le boutades di un comico che si improvvisa leader e ha bisogno di raccattare un po’ di voti, si può anche glissare. E’ grave, ma non drammatico. Se, invece, sono i ragazzi che frequentano le scuole superiori a pensare che la camorra sia meglio di Equitalia, c’é davvero”, affermano Udu e Rete in una nota, “di che essere arrabbiati.
E molto spaventati. Perché se dei ragazzini (il 57% di quelli che hanno risposto al sondaggio) si sentono più minacciati da una società di riscossione dei debiti con cui non hanno mai avuto a che fare in prima persona, piuttosto che da uno di quei neri cancri che da secoli divorano il midollo del nostro Paese, significa che lo Stato, per loro, non è quell’istituzione che ci rappresenta e difende, e da noi deve essere difeso e sempre migliorato; è invece quell’entità che troppo spesso si è dimostrata assente ingiustificata davanti ai problemi della vita quotidiana della cittadinanza, soprattutto di quella delle zone e fasce sociali più disagiate”.
“E’ infatti nell’assenza delle istituzioni che la camorra ha potuto porsi e imporsi come modello culturale, sociale e organizzativo, anzi come unica istituzione percepibile da molti cittadini”.
“Lo Stato deve quindi”, conclude la nota, “a ogni costo recuperare il terreno perduto, mettendo in campo, oltre alla difesa dell’incolumità di ogni cittadino, politiche di aggregazione sociale, di partecipazione nei processi democratici; e soprattutto di lotta alla disoccupazione, in particolar modo a quella giovanile”.
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