In termini precisi, dice l’Istat, gli italiani fanno pochi figli ed emigrano di più. E per la prima volta è in diminuzione anche il numero dei nati da coppie di stranieri, -2,2%.
Al 31 dicembre 2013, in Italia si contano 60.782.668 persone, di cui più di 4milioni e 900mila (8,1%) di cittadinanza straniera. Nel corso dell’anno sono state registrate 514.308 nascite (circa 20 mila in meno rispetto all’anno precedente, -3,7%) e 600.744 decessi (12 mila in meno rispetto al 2012, -2%).
Ma non solo, registra Istat. Nei 12 grandi comuni con popolazione superiore ai 250 mila abitanti risiedono poco più di 9 milioni e 200 mila abitanti, pari al 15% della popolazione totale. Roma e Milano contano insieme quasi 4,2 milioni di residenti (rispettivamente 2.863.322 e 1.324.169 abitanti).
La presenza straniera è particolarmente marcata: 1 milione 52mila cittadini stranieri residenti (21,4% degli stranieri), con un’incidenza sulla popolazione totale molto varia: dal 3,1% di Bari al 17,4% di Milano.
I nati stranieri, nel 2013, diminuiscono per la prima volta (-2.189) rispetto all’anno precedente, pur rappresentando il 15% del totale dei nati. Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo negativo di circa 86 mila unità. In particolare, sono stati registrati quasi 20 mila nati ma circa 12 mila morti in meno rispetto all’anno precedente.
Il movimento migratorio con l’estero ha fatto registrare, nel 2013, un saldo positivo pari a circa 182 mila unità, in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Aumenta l’emigrazione italiana, diminuisce l’immigrazione straniera. Il movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, in calo rispetto al 2012, è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro.
Quali possono essere le ripercussioni sulla scuola è facile immaginarlo, considerato che il calo demografico si ripercuote inevitabilmente nelle iscrizioni, come sta già avvenendo in Sicilia dove il tasso migratorio verso il nord, alla ricerca di occupazione e lavoro, è sempre in aumento.